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SALUTE & BENESSERE
01 Ottobre 2025 - 21:00
Una notte agitata non lascia solo occhi gonfi e poca concentrazione il giorno dopo: potrebbe incidere direttamente sull’invecchiamento del cervello. Secondo una ricerca del Karolinska Institutet pubblicata su eBioMedicine, chi dorme male mostra un cervello che appare più vecchio di almeno un anno rispetto alla propria età anagrafica.
A spiegarlo è la ricercatrice Abigail Dove, autrice dello studio, che ha analizzato i dati di oltre 27.500 persone di mezza età e anziane, grazie al grande archivio della Uk Biobank. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale, e le immagini raccolte sono state elaborate con strumenti di intelligenza artificiale in grado di stimare l’età biologica del cervello.
La qualità del sonno è stata valutata attraverso cinque indicatori: cronotipo (cioè l’essere mattinieri o nottambuli), durata del riposo, presenza di insonnia, abitudine al russare e sonnolenza diurna. Sulla base delle risposte, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: sonno sano, intermedio e scarso.
I risultati parlano chiaro: per ogni punto in meno nella scala della qualità del sonno, il cervello appariva biologicamente più vecchio di circa sei mesi. In chi aveva un sonno considerato “scarso”, il divario con l’età reale saliva in media a un anno intero.
Gli studiosi sottolineano che la scarsa qualità del sonno è già stata collegata a un maggior rischio di demenza, anche se resta da chiarire se sia una causa diretta o un segnale precoce della malattia. Un’ipotesi, osservano i ricercatori, è che l’infiammazione sistemica legata al cattivo riposo possa accelerare il processo di invecchiamento cerebrale. Il risultato ribadisce che dormire bene non serve solo a sentirsi riposati, ma rappresenta un tassello fondamentale per la salute del cervello nel tempo.
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