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SALUTE & BENESSERE
07 Settembre 2025 - 19:30
Accade nei momenti meno opportuni: sei al computer, immerso in una conversazione o intento a leggere, e all’improvviso la palpebra comincia a tremare. È un movimento rapido, incontrollabile, che può ripetersi più volte nel corso della giornata per poi sparire senza lasciare traccia. Questo fenomeno, chiamato miochimia palpebrale, è molto più comune di quanto si pensi. Di solito si presenta con piccole contrazioni del muscolo orbicolare, soprattutto sulla palpebra inferiore, ed è considerato benigno: dura pochi secondi, a volte minuti, e spesso passa inosservato a chi ci sta accanto, anche se per chi lo vive può risultare estremamente fastidioso.
Le cause, come confermano diversi studi medici, sono strettamente legate alla vita quotidiana. Lo stress è uno dei principali fattori: quando il corpo è sotto pressione, anche i muscoli più piccoli reagiscono con spasmi involontari. La stanchezza, soprattutto se associata a sonno insufficiente o disturbato, rende i muscoli palpebrali ancora più sensibili. Non meno rilevante è il consumo eccessivo di caffeina: caffè, tè e bevande energetiche stimolano il sistema nervoso e possono favorire l’insorgenza del tremolio. Anche l’affaticamento visivo dovuto all’uso prolungato di computer e smartphone contribuisce al problema, così come una lieve disidratazione o l’assenza di un adeguato apporto di minerali come magnesio e potassio.
Un’indagine internazionale condotta all’Università di Tuzla, in Bosnia ed Erzegovina, ha confermato quanto la miochimia sia legata a situazioni di stress e stanchezza. Lo studio, che ha coinvolto cento studenti di medicina durante il periodo degli esami, ha rilevato che quasi la metà — il 44 per cento — presentava episodi di tremolio palpebrale nella settimana precedente alle prove. I ricercatori hanno osservato una maggiore incidenza nelle studentesse e una correlazione tra consumo di bevande energetiche, riduzione del sonno e frequenza degli episodi. Un dato che dimostra come la miochimia possa colpire anche giovani adulti in buona salute, soprattutto in condizioni di forte pressione psicofisica.
Nella maggior parte dei casi, il disturbo non deve destare preoccupazione e si risolve spontaneamente. Tuttavia, se il tremolio persiste oltre una settimana, se coinvolge altre zone del viso come guancia o bocca, oppure se si accompagna a sintomi quali debolezza muscolare, difficoltà nei movimenti o alterazioni della vista, è opportuno rivolgersi a un medico. In situazioni rare, infatti, questi segnali possono essere collegati a patologie neurologiche più complesse e vanno esclusi con una valutazione specialistica.
La gestione del problema, quando non vi sono cause patologiche, è piuttosto semplice. Riposare a sufficienza, staccare periodicamente gli occhi dallo schermo, limitare la caffeina e curare idratazione e alimentazione sono i primi passi per ridurre gli episodi. Anche attività rilassanti come una passeggiata, esercizi di respirazione o qualche minuto di meditazione possono contribuire a sciogliere la tensione muscolare e calmare il tic. In casi più persistenti, il medico potrà valutare l’uso di integratori o terapie mirate, ma quasi sempre è sufficiente ascoltare il messaggio che il corpo ci invia: rallentare i ritmi, recuperare energie e ristabilire un equilibrio.
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