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confessioni
12 Novembre 2025 - 17:29
Valentina Ferragni
Orgogliosa delle sue origini, così come della carriera che hanno fatto le due sorelle anche se in campi opposti e di genitori che l’hanno sempre lasciata libera di decidere. Detto tutto questo, però, Valentina Ferragni da tempo ha deciso di camminare con le sue gambe e di non spendere necessariamente il cognome che porta. Influencer e da qualche tempo anche podcaster, è pronta a lanciare la seconda stagione del suo lavoro e si racconta a “Vanity Fair”, mettendosi a nudo in tutti i sensi. Perché confessa che «mi piace girare per casa in mutande perché sono una persona libera. Quando le persone iniziano a lavorare con me viene detto loro che Valentina non ha problemi a cambiarsi i vestiti davanti a loro e non ha problemi a mostrare il suo corpo: molti pensano che abbia molte più sovrastrutture di quelle che effettivamente ho».
Ecco perché ha voluto farsi conoscere con un lavoro e prodotti diversi da quelli di Chiara. «Essere etichettata come “sorella di” mi è dispiaciuto, oggi ho trovato il mio spazio. Ero timidissima, parlavo poco e mi sembrava che le mie due sorelle più grandi prendessero tutto lo spazio che c’era nella stanza. Con il tempo ho capito che volevo prendermi anch’io il mio, anche se, lì per lì, avevo molta paura di espormi e dire la cosa sbagliata», racconta.
E spiega che fino a oggi pochi hanno avuto veramente la voglia di conoscerla: «Ognuno di noi è diverso e ha una storia da raccontare. Nel mio caso, ho sempre trovato tristi quelle persone che pensavano che fossi uguale a mia sorella senza conoscermi. Essere etichettata come “sorella di” mi è spiaciuto, anche perché dico sempre che preferisco essere odiata per la persona che sono anziché per essere semplicemente la sorella di qualcun altro… È stato molto difficile togliersi quel pregiudizio di dosso ma, quando nel 2020 ho aperto il mio brand, ho capito per la prima volta che potevo piacere agli altri per qualcosa di mio e di nessun altro: quella è stata una vera botta di autostima che mi ha aiutata a capire che avevo anch’io qualcosa da comunicare al mondo».
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