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Turismo
16 Dicembre 2025 - 12:15
Nel 2025 dormire in hotel è diventato più costoso per i viaggiatori italiani. Secondo uno studio di Albergatore Pro, che ha analizzato oltre 1.500 strutture in tutta Italia, la spesa media per una notte in camera doppia con colazione inclusa si è attestata a 164 euro. La ricerca ha preso in considerazione hotel di diverse categorie, dimensioni e posizioni geografiche.
L’incremento dei prezzi è particolarmente evidente nelle località di montagna, dove la tariffa media ha superato i 200 euro a notte (+5,8%). Seguono le località lacustri, con un aumento del 4,2% e una media di 197 euro a notte. Le zone balneari registrano incrementi più contenuti (+1,1%, 161 euro), così come i centri urbani turistici (+1,3%, 129 euro). Queste differenze dipendono dalla varietà dell’offerta e dalla crescente preferenza dei turisti stranieri per destinazioni alternative rispetto a città d’arte o località di mare.
Con i prezzi in aumento, molti italiani stanno adottando l’intelligenza artificiale (AI) per risparmiare. Strumenti come ChatGPT o Gemini aiutano a scoprire mete, confrontare tariffe e trovare pacchetti convenienti, assumendo così il ruolo di veri e propri agenti di viaggio digitali.
Nel 2025, quasi il 29% dei turisti italiani ha usato l’AI per organizzare le vacanze, con un aumento del 77% rispetto all’anno precedente. Circa un quinto dei viaggiatori lo fa regolarmente, mentre l’8% utilizza specificamente chat conversazionali.
L’adozione della tecnologia non è uniforme: al Nord, trainato da città come Milano e Bologna, supera il 40%, mentre Centro e Sud restano sotto ma mostrano comunque crescite annue intorno al 20%. Tra gli under 35 l’utilizzo sfiora il 55%, mentre nella fascia 35-54 anni si attesta al 30%.
Secondo Gian Marco Montanari, AD di Albergatore Pro, il settore alberghiero sta vivendo una trasformazione digitale profonda. Con l’aumento dell’uso di assistenti virtuali, il ruolo dei portali tradizionali rischia di ridursi. La reputazione online diventa un fattore economico concreto: anche piccoli miglioramenti nelle recensioni possono tradursi in maggiori ricavi. Gli hotel devono adattarsi offrendo servizi e esperienze in chiave digitale, altrimenti rischiano di perdere competitività.
Negli ultimi quattro anni, le città più care sono state Venezia (+65%), Milano (+60%) e Firenze (+59%). Ma negli ultimi dodici mesi l’aumento ha interessato anche città di media dimensione: Lucca +20%, Caserta +14% e Rimini +11%.
L’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori, confrontando i dati Istat con quelli del 2021, mostra come i servizi di alloggio abbiano subito un aumento del 37%, più del doppio rispetto all’inflazione generale (18%).
Dopo Venezia, Milano e Firenze, seguono Grosseto (+58%), Lucca (+57%), Trieste (+56%), Palermo (+54%), Napoli (+53%) e Como (+52%). Chiudono la top ten Roma e Reggio Calabria (+50%). Nessuna città ha registrato cali dei prezzi. Le località con aumenti contenuti sono Massa Carrara (+3%), Trapani (+6%) e Parma (+8%).
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