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Arte

Il 2026 dell’arte in Italia: un viaggio tra grandi maestri e nuove visioni

Un anno di mostre imperdibili che uniscono memoria storica e contemporaneità nelle principali città italiane

Il 2026 dell’arte in Italia: un viaggio tra grandi maestri e nuove visioni

"Le forme del desiderio", Robert Mapplethorpe

Il 2026 si annuncia come un anno straordinario per la scena artistica italiana, capace di intrecciare passato e presente attraverso un calendario espositivo ricco, ambizioso e profondamente internazionale. Da Milano a Venezia, da Roma a Napoli, passando per Firenze, Bergamo, Bologna, Genova e Udine, musei e istituzioni culturali propongono mostre che spaziano dalla grande tradizione storica alle pratiche artistiche contemporanee, offrendo al pubblico un viaggio intenso tra linguaggi, visioni e poetiche differenti.

Ad aprire l’anno sarà Palazzo Reale di Milano, che dal 29 gennaio al 17 maggio 2026 ospita Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio. Curata da Denis Curti, la retrospettiva restituisce tutta la complessità di uno dei fotografi più influenti del Novecento, mettendo in dialogo rigore formale e carica emotiva. Nudi, ritratti e celebri composizioni floreali raccontano una ricerca che ha saputo trasformare il corpo e il desiderio in forme di intensa bellezza e riflessione identitaria.

A Bergamo, l’Accademia Carrara propone dal 27 febbraio al 2 giugno Tarocchi. Le origini, le carte, la fortuna, una mostra rara e affascinante che ripercorre oltre sette secoli di storia di uno dei più potenti sistemi simbolici dell’immaginario occidentale. Curata da Paolo Plebani, l’esposizione riunisce per la prima volta tutte le 74 carte del prezioso mazzo Colleoni, offrendo una lettura storico-artistica e antropologica dei tarocchi, dalle corti rinascimentali fino alla loro fortuna culturale contemporanea.

Firenze si prepara ad accogliere uno degli eventi più attesi dell’anno con Rothko in Florence, in programma a Palazzo Strozzi dal 14 marzo al 23 agosto. Oltre settanta opere raccontano l’evoluzione del linguaggio pittorico di Mark Rothko, mettendo in luce come il colore e lo spazio siano diventati strumenti di esperienza emotiva e contemplativa, capaci di trasformare il rapporto tra opera e spettatore.

Sul fronte del contemporaneo, la Fondazione Prada di Milano inaugura il 2026 con Over, Under and In Between di Mona Hatoum (29 gennaio – 9 novembre). Le installazioni site-specific dell’artista trasformano lo spazio espositivo in un luogo fisico e mentale dove emergono temi di confine, instabilità e precarietà, coinvolgendo direttamente il corpo e la percezione del visitatore.

A Bologna, il MAMbo dedica una grande retrospettiva a John Giorno, figura chiave della poesia sperimentale americana. Tra testi, immagini e performance, la mostra esplora una pratica artistica che ha abbattuto i confini tra parola, arte visiva e esperienza collettiva, rendendo omaggio a una delle voci più radicali del secondo Novecento.

Il cuore pulsante del calendario internazionale sarà ancora una volta la Biennale di Venezia, che dal 9 maggio al 22 novembre ospita la 61ª Esposizione Internazionale d’Arte. Curata da Koyo Kouoh e intitolata In Minor Keys, la rassegna promette di esplorare nuove sensibilità artistiche e prospettive globali, confermando Venezia come luogo privilegiato di confronto sulle urgenze del presente.

A Roma, il dialogo con la storia prende forma a Palazzo Barberini con Bernini e i Barberini (12 febbraio – 14 giugno), una mostra che racconta la nascita del Barocco attraverso il rapporto tra Gian Lorenzo Bernini e papa Urbano VIII. Sempre nella capitale, Palazzo Esposizioni rende omaggio a Mario Schifano (16 marzo – 12 luglio), ripercorrendo l’evoluzione di uno dei protagonisti assoluti dell’arte italiana del secondo Novecento e il suo legame profondo con la città.

Il Nord Italia si arricchisce ulteriormente con la grande mostra Van Dyck l’Europeo a Genova (20 marzo – 19 luglio), che riunisce oltre cinquanta capolavori provenienti dai più importanti musei europei, e con Impressionismo e modernità a Udine (30 gennaio – 30 agosto), un percorso di 91 opere che racconta l’evoluzione dell’arte europea tra Ottocento e Novecento, da Monet a Kandinsky.

A Venezia, la Collezione Peggy Guggenheim presenta Peggy Guggenheim a Londra. Nascita di una collezionista (25 aprile – 19 ottobre), una mostra che indaga il ruolo decisivo della gallerista americana nella diffusione delle avanguardie europee alla vigilia della Seconda guerra mondiale.

Infine, Napoli accoglie la street art internazionale con la mostra dedicata a Obey (Shepard Fairey) alle Gallerie d’Italia (6 maggio – 6 settembre), portando nel cuore della città un linguaggio visivo capace di coniugare impegno sociale, grafica e cultura urbana.

Il 2026 si profila così come un anno imperdibile per l’arte in Italia: un mosaico di mostre che raccontano storie, identità e visioni, confermando il ruolo centrale del Paese nel panorama culturale internazionale.

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