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Stralciate per sempre

Addio, multe: il Comune le cancella e perde 323 milioni

Tra il 2005 e il 2016 Torino ha incassato solo per due verbali su tre

Multe vigili urbani polizia municipale

Vigili urbani alla festa del corpo, lo scorso novembre

Tra il 2005 e il 2016 sono state incassate solo due multe stradali su tre. Quindi il restante terzo è stato cancellato senza conseguenze per i trasgressori. In cifre, si parla di 323 milioni su 944: soldi impegnati, spesi e mai incassati, ora definitivamente persi.

Lo stralcio è partito sotto l’amministrazione di Piero Fassino (Pd). Hanno mantenuto la tendenza a cancellare le sanzioni non pagate la sindaca Chiara Appendino (M5s) e dall’attuale primo cittadino Stefano Lo Russo (Pd) che - nel consuntivo 2021 - ha radiato ben 207 milioni di crediti comunali (i cosiddetti residui attivi) di cui oltre 54 milioni derivanti multe stradali dell’anno 2015.


La novità statistica più evidente è rappresentata dalle cancellazioni 2022: oltre 62 milioni di multe stradali relative al 2016 sono state eliminate con zero incassi. Il fatto che il dirigente dell’area bilancio di Palazzo Civico Roberto Rosso scriva, nella determina 912/23, che «i crediti verranno conservati nel conto del patrimonio fino a quando sia stata dimostrata l’oggettiva impossibilità della loro realizzazione parziale o totale» non basta a nascondere la rinuncia da parte del Comune a cercare di incassare i verbali.
Le cancellazioni di crediti per multe hanno subito una notevole accelerazione tra il 2015 e il 2016, quasi raddoppiando rispetto alla media degli anni precedenti. «I crediti stralciati sono attività che normalmente si fanno, non significano che non si persegue più la riscossione di quel credito» commenta l’assessore al Bilancio Gabriella Nardelli in una commissione bilancio della Circoscrizione 3 il 29 marzo, in risposta a una consigliera che le chiedeva conto di queste imponenti cancellazioni: oltre 116 milioni per gli anni 2015 e 2016. «Sono attività che normalmente si fanno, non vuol dire perdere quei soldi - rimarca -. Esiste una norma statale, il decreto 118, che consente agli enti, dopo tre anni, di stralciare i crediti dal conto finanziario, ma vengono accantonati nello stato patrimoniale». E ancora Nardelli nel tentativo di rassicurare: «I crediti rimangono all’interno della Soris, il che significa perseguire tutte le attività della riscossione. Si fanno tutte le verifiche e poi se il soggetto è indigente, non ha nulla, c’è il discarico del ruolo. Queste cancellazioni non significano non perseguire chi non paga».

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