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IL MALTEMPO

L’allarme di Coldiretti: «Senza bacini tra un mese ritorna l’incubo siccità»

Il terreno è saturo d’acqua. Ora il problema è il ristagno idrico che fa marcire le radici delle coltivazioni

L’allarme di Coldiretti: «Senza bacini tra un mese ritorna l’incubo siccità»

Tanto attesa, la pioggia ha iniziato a cadere nel momento meno propizio: all’inizio della raccolta delle ciliegie. Dopo un così lungo periodo di siccità, l’acqua è stata accolta con un sorriso da chi lavora la terra. Una gioia che è durata pochissimo. Il tempo di realizzare che - senza invasi locali dove stoccare l’acqua piovana - tra un mese o poco più si tornerà a parlare di incubo siccità.

Gli invasi
«Passiamo da uno stato di emergenza all’altro, senza riuscire a trovare un punto di equilibrio che ci permetta di guardare con serenità al raccolto» commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, quando le precipitazioni iniziano a diminuire in intensità. «Questa pioggia fa tanto bene alla nostra terra, ma siamo al paradosso per cui (quando smetterà) torneremo al punto di partenza - spiega -. Abbiamo avuto un inverno molto asciutto, con pochissima neve sulle montagne. Questo vuol dire che se per un mese non dovesse più piovere, non avremo le riserve d’acqua necessarie per far fronte al problema. Saremo di nuovo in emergenza siccità». La soluzione? «Servono tanti piccoli invasi strutturati sul territorio e sulle assi fluviali in modo tale da contenere l’acqua piovana e da redenrla disponibile quando serve; e, al contempo, si tutela il territorio» non ha dubbi Mecca Cici.


Acqua stagnante
Nel frattempo, si passa alla conta dei danni dopo l’ondata di maltempo. «In generale - commenta ancora il presidente di Coldiretti - i danneggiamenti sono stati contenuti». Complice anche l’assenza di bombe d’acqua nel torinese. «Abbiamo riscontrato problemi di ristagno idrico nelle coltivazioni, che fa marcire le radici - spiega Mecca Cici -. Criticità che riscontriamo sia sul grano che per il foraggio degli animali e il mais coltivato». In altre parole: dove l’acqua ristagna crea problemi. «La quantità di pioggia caduta negli ultimi giorni è stata assorbita bene dal terreno - prosegue in veste di agricoltore -, ma ormai il livello fisiologico di assorbimento della terra è saturo e quindi si crea ristagno».

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