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Il blitz

Furti di corrente e alloggi "inventati": ecco cos'ha scoperto la polizia nel palazzo dello spaccio di Torino

Controlli durati ore in corso Giulio Cesare 169: «Barriera di Milano è un ghetto, si stava meglio in Africa»

Furti di corrente e alloggi "inventati": ecco cos'ha scoperto la polizia nel palazzo dello spaccio di Torino

Ormai per tutti è il “palazzo dello spaccio”, occupato a tutte le ore dai pusher. Ma quello di corso Giulio Cesare 169 è anche il condominio dove gli abitanti pagano 400 euro di affitto in nero per appartamenti minuscoli, con bombole del gas non a norma e allacciamenti abusivi: veri e propri furti di corrente, riscontrati ieri mattina nel blitz effettuato all’alba da carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia municipale. Con loro anche Asl, personale di Italgas e Ireti, funzionari del Comune. Infatti otto persone sono state denunciate per furto di corrente elettrica. Sono emerse 9 difformità edilizie, 8 bombole di gpl abbandonate, solo 5 forniture regolari del gas su 21. E ancora due immobili sconosciuti al catasto e un appartamento nel terrazzino comune. E' anche stata proposta la cancellazione anagrafiche di 15 residenti su 37, visto che non erano mai stati dichiarati.

Ai controlli anche il sindaco Stefano Lo Russo, che solo due settimane fa aveva fatto un sopralluogo dopo gli esposti dei residenti su spaccio e irregolarità edilizie.

«Ora speriamo che cambi qualcosa - dice Enzo, macellaio che lavora da 42 anni di fronte al condominio - Lì dentro c’è di tutto e di più ma l’intera Barriera di Milano é un ghetto degradato. D’inverno fa paura girare a piedi dalle 17, infatti la gente non esce più. Ed è sempre peggio: una volta eravamo il salotto di Torino, ora è uno scempio».

L’esempio più eclatante è proprio il condominio di corso Giulio Cesare 169, che sembra riconducibile al noto immobiliarista Giorgio Molino. Di certo nella sede dell’amministratore non risponde nessuno e al telefono risuona solo la musichetta d’attesa. Un’assenza riscontrata anche da chi vive lì dentro: «Ho segnalato più volte che qui ci sono continuamente spacciatori, musica alta e chissà che altro - racconta Aisha, marocchina da 10 anni a Torino - Qui ho visto cose che non succedono neanche da noi». Concorda Joy, sua vicina: «Avrei fatto meglio a restare in Nigeria: è difficile fra crescere i miei 4 figli qui dentro, tornano da scuola e si trovano davanti gli spacciatori. E paghiamo pure 400 euro d’affitto in nero». Qualcosa di simile a «un furto e una truffa», come descrive una vigilessa presente ieri mattina: «Il problema è che non trovo un’altra casa perché sono nigeriana» Interviene il suo connazionale Benson: «In queste case viviamo come cani e subiamo quella gente che viene da fuori a vendere la droga. Il problema è che loro sono già andati via quando fanno i controlli».

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