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POLVERIERA CARCERE

Un mese fa uccise il compagno di cella, ieri ha ferito il medico del carcere

Ancora problemi nel carcere di Torino: sventato in extremis un altro suicidio

carcere torino

Ancora problemi nel carcere di Torino

Un mese fa ha ucciso a calci e pugni il compagno di cella nel carcere di Velletri. Ieri, dopo il trasferimento a Torino, ha aggredito il medico del Lorusso e Cutugno. Questa volta, per fortuna, i danni sono stati minori ma nella struttura delle Vallette crescono la preoccupazione e il disagio non solo dei dipendenti ma anche degli stessi reclusi, tanto che sempre ieri si è anche registrato l'ennesimo tentativo di suicidio.

Il primo episodio si è verificato nel tardo pomeriggio, quando Federico Brunetti, 26enne ristretto nel padiglione A, ha dapprima rotto il materasso per poi incendiarlo. Gli agenti di polizia penitenziaria hanno spento il rogo e poi lo hanno accompagnato in infermeria per essere visitato. Qui il detenuto ha preteso la somministrazione di una forte terapia ma, al diniego del medico, ha reagito sferrandogli un pugno al volto per poi prendersela con gli arredi, danneggiando scrivania e computer. Esattamente un mese prima, il 19 giugno, Brunetti aveva ucciso a calci e pugni Marcos Schinco, detenuto brasiliano di 43 anni, suo compagno di cella a Velletri. La sua è una storia difficile: in passato ha accumulato denunce per attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici, violenza, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato dei beni dello stato e interruzione di pubblico servizio. Dopo una diagnosi psicotica, era stato trasferito dal carcere Regina Coeli all'ospedale Sandro Pertini, da dove però evase due volte in due mesi. A Torino, dieci giorni fa, aveva già appiccato un altro incendio e aggredito un agente e l'Osapp, in quell'occasione, aveva chiesto che "la Regione Piemonte individui urgentemente strutture idonee diverse dalle Rems dove allocare e curare i soggetti con problemi psichiatrici che, come più volte da noi denunciato, in carcere non devono stare".

Sempre ieri pomeriggio, nel padiglione C, gli agenti hanno sventato l’ennesimo tentativo di suicidio di un detenuto, un romeno che già aveva messo al collo un cappio rudimentale ricavato da un lembo di lenzuolo. Solo grazie al tempestivo intervento del personale di polizia penitenziaria in servizio si è evitato il peggio. 

I due episodi sono stati denunciati dall'Osapp: "Non sappiamo più cosa aggiungere, prendiamo atto solo del silenzio più totale dei vertici dell’amministrazione penitenziaria e delle istituzioni; il personale è quotidianamente “massacrato” e nessuno interviene. La violenza di questi detenuti facinorosi che si sentono legittimati a fare di tutto senza limite alcuno scoraggia il personale, che chiede con forza di lavorare in sicurezza, serenità e soprattutto di tornare a casa senza che la propria vita venga messa a repentaglio". 

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