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Il borghese

Caso Segre-Seymandi: una trappola per Cristina

Il discorso preparato, il video diffuso in rete: cosa c'è dietro la clamorosa rottura alla festa?

Ecco  i nomi dei rovinamatrimoni torinesi!

Bortolotto e Damilano

È stato un agguato meditato e organizzato quello del finanziere alla sua promessa sposa. Con un regista occulto che ha raccolto le prove del tradimento, ha fissato immagini e forse dialoghi della bella Cristina con un noto avvocato. E prima ancora con un imprenditore di prestigio. La gelosia del cornuto si sa, fa fare cose ignobili. Ma quella ordita da Massimo Segre, ricco e stimato finanziere, è il capolavoro del cattivo gusto.:

Una coltellata mediatica travestita da una festa in villa (la sua) con cui avrebbe dovuto annunciare la data del matrimonio ai primi di ottobre. Con lui, lei e gli ospiti, i fiori bianchi quasi a negare la purezza di intenti, il palco del dj, la musica che cala di volume fino a spegnersi, con la notte che invade il giardino. E poi l’epilogo. Il finanziere ha un foglio in mano e legge la sua sentenza che comincia con “la libertà di amare” e finisce con la denuncia delle corna subite, incorona la bella fidanzata con cui si è pavoneggiato nei salotti, come la peggiore delle fedifraghe e tira in ballo, senza far nomi, ma professioni, due cavalli di razza del foro e dell’impresa.

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Ultimo tocco, il peggiore se esistesse una classifica dello squallore in salsa Torino bene, l’accenno alla giovanissima figlia della Sejmandi e alla madre “una povera donna” che forse temeva ben altro per Cristina “proprio da me che non toccherei una donna neppure con un fiore”. Sbava quasi su queste parole il finanziere spalleggiato da quattro bodyguard, mentre lei lo guarda immobile e gelida. Per dire poi, a favore del web che sta facendo di questa storia il tormentone dell’estate torinese, che “Massimo deve essere impazzito, vittima di qualcuno che lo ha messo in mezzo”.

L’agguato finisce con una vittima bionda, altre tirate per i capelli con il contorno di affetti e reputazioni da difendere, in una storia di corna. Vere o presunte. Come tante altre. Resterebbero le vacanze, come premio finale per Cristina. “Vip e già pagate tra Mykonos e il Vietnam” come dice il finanziere con l’ultima caduta di stile. Ma lei rifiuta il premio di consolazione gettato sul piatto. Oggi, dice, ballo sola.

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