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IL TENTATO OMICIDIO
11 Agosto 2023 - 09:48
Nel riquadro, Modaffari e Musolino
«Vi siete divertiti? Ora mi diverto io». Queste le parole che Leo Modaffari, l'amministratore di condominio arrestato per tentato omicidio, ha pronunciato in faccia ad Eugenio Musolino, avvocato, prima di compiere il folle gesto: tentare di dare fuoco al suo interlocutore, nonché suo ex legale in passato, durante l'assemblea di condominio.
A una semplice richiesta di informazioni, riguardo conti correnti e bollette, Modaffari ha risposto tirando fuori una borraccia termica e ha gettato del liquido sulla testa di Musolino. «La riunione era concitata, ma io gli ho fatto solo una semplice domanda - racconta Musolino, a casa dopo essere stato portato al San Giovanni Bosco - e lui all’improvviso ha pronunciato quelle parole e poi mi ha versato del liquido in testa. Ora sto bene - racconta con la voce che ancora un po' trema - ma quel gesto era chiaramente premeditato». In passato, Musolino è stato avvocato di Modaffari: «Mi pagava con regolarità, all'epoca».
Modaffari, 69 anni, calabrese di origine, prima di diventare amministratore di condominio faceva l'insegnante, alle scuole elementari di via Cavagnolo. Due figli ormai adulti, da decenni Modaffari amministra numerosi condomini di Torino, sia in centro che in periferia. Tra cui il complesso di Falchera tra via Ivrea e via Cavagnolo. Proprio durante una riunione con i condomini di quel palazzone, è avvenuto il fattaccio. Eugenio Musolino, avvocato 56enne, rappresenta gli inquilini di via Ivrea e l’assemblea - svoltasi tra l'altro nei locali di un bar dismesso da prima del Covid, il Toffy di via Ivrea 18 - doveva servire per regolare i conti. Sì perché Modaffari viene accusato di cattiva gestione dagli inquilini e la riunione doveva decretarne la revoca.
In particolare, il 69enne amministratore da anni sarebbe responsabile di movimenti poco chiari riguardo ai conti correnti dei palazzi che amministra. Si parla infatti di 360mila euro prelevati dai conti di due palazzi e finiti su quello dell'amministratore. Ma Modaffari avrebbe prelevato denaro anche per coprire i "buchi" di altri palazzi dove ci sono grosse morosità. Patrizia Alessi, consigliera in Circoscrizione 7 nonché inquilina del condominio Albesiano, in corso Brescia angolo via Alessandria, edificio amministrato da Modaffari, racconta: «Un giorno ci hanno staccato il gas, all'improvviso. Avevamo appena finito una riunione di condominio ed eravamo tutti contenti perché convinti di essere in credito di 2mila euro. Invece abbiamo scoperto che Modaffari aveva un debito da 500mila euro. Smat, non l'aveva mai pagata. Ma erano trent’anni che amministrava il nostro condominio, siamo 75 inquilini e di lui ci fidavamo ciecamente». E a proposito, il 13 settembre ci sarà un processo presso il Tribunale di Torino, con 40 condomini difesi dall’avvocato Emanuela Peracchio che hanno citato Modaffari per cattiva gestione.
Tornando ai momenti concitati che hanno portato al tentato omicidio, Daniele Prata, inquilino presente alla riunione nel bar, racconta: «Pensavamo che quella fosse acqua, non immaginavamo cosa sarebbe successo di lì a breve». E invece acqua non era, bensì liquido infiammabile, di quello che si usa nei barbecue. La diavolina, in pratica. Dopo quel gesto, l’amministratore ha estratto un accendino e ha tentato di dare fuoco all’avvocato. Due click ma a vuoto, per fortuna, poi gli inquilini - di cui uno ex vigile del fuoco - gli sono letteralmente volati addosso e l’hanno bloccato, mentre il povero Musolino veniva portato all'ospedale San Giovanni Bosco per accertamenti. Dall'ospedale è stato dimesso dopo poche ore.
Fuori dal bar Toffy erano nel frattempo arrivate le auto dei carabinieri. I militari hanno arrestato l’amministratore, che dovrà rispondere di tentato omicidio. E ieri hanno perquisito il suo studio, al civico 407 di corso Vercelli, dove avrebbero trovato anche la borraccia contenente il liquido infiammabile. Fuori dallo studio, è stato messo un avviso: “Si comunica che l’ufficio resterà chiuso dal 10 al 31 agosto”. Spiegazioni, ovviamente, nessuna. «Chiuso, e perché?», si domanda Luca Albano, arrivato da casa per parlare con l’amministratore. Appresa la notizia, afferma: «E' un gesto folle, ma negli anni ho imparato che Modaffari è una persona inaffidabile. Ho un danno nel mio garage dovuto ad infiltrazioni d'acqua che mi deve liquidare da quattro anni, per 4mila euro. Non ho ancora visto nulla, i periti non me li mandava mai e io devo fare i lavori». Ma 4mila euro sono una cifra irrisoria, se si pensa a quelle citate in precedenza.
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