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I numeri

Migranti, un affare da 200 milioni a Torino: ecco come funziona

Le cooperative sono preoccupate: «Sempre meno fondi, sì rischiano problemi»

Migranti profughi accoglienza via traves

Migranti accolti in questi giorni al centro di primissima accoglienza di iva Traves

Quanto costa l’accoglienza dei profughi a Torino? Circa 200 milioni, stando ai numeri ufficiali della Prefettura. Ma la cifra scenderà con il nuovo bando biennale, che entrerà in vigore il 1° novembre: a quel punto la spesa per lo Stato sarà di 191 milioni, sommando le spese per le varie voci.

Al momento sono attivi quattro bandi da 3.967 posti totali, anche se oggi i migranti accolti sono 4.511 e aumentano di continuo: per accoglierli, cooperative e associazioni ricevono tra i 30 e i 35 euro al giorno per ogni richiedente asilo. La cifra cambia in base al tipo di struttura, visto che i profughi possono essere smistati in piccoli alloggi (accoglienza diffusa) o in centri sotto le 50 unità, tra 50 e 100 e tra 101 e 300. E nella somma sono comprese le spese per il personale, quelle per cibo e bollette e il “pocket money” da 2.50 euro al giorno, che va direttamente in tasca ai migranti: «Da anni la cifra scende mentre guerra e inflazione fanno aumentare i prezzi di benzina, riscaldamento e alimenti» ricorda Odilia Negro, presidente di TraMe, associazione che accoglie 286 persone fra Carignano, Chieri, Carmagnola, Moncalieri, Castagneto Po, Torino e Trofarello.

Col nuovo bando, la prefettura di Torino concederà 4.495 posti e permetterà di accoglierne il 50% in più. Ma bisognerà spendere di meno, come spiega ancora Negro, una dei portavoce del neonato coordinamento dei gestori: «Nel nuovo bando è stato tagliato 1 euro a testa al giorno, che era destinato al sostegno psicologico, all’orientamento sul territorio e all’insegnamento dell’italiano». Quindi non lo farete più? «Non dovremo più farlo: è frutto del decreto Cutro che, in un’ottica di risparmio, ha ritenuto non utili quelle attività. Ma è una scelta pericolosa: più si taglia sull’integrazione, più si rischiano problemi». Soprattutto di delinquenza e degrado, esattamente quello che teme chi vive vicino ai centri di accoglienza: «Anche perché poi non si risolve con gli arresti - concede Negro - Purtroppo il sistema attuale è un serpente che si mangia dieci volte la coda, a maggior ragione con l’attuale emergenza». Che potrebbe peggiorare ancora: «La colpa di questi sbarchi non è del governo o dei Paesi africani: queste persone vengono in Europa perché non hanno scelta. E la migrazione è un diritto. La conseguenza è che le prefetture stanno cercando disperatamente posti e ci sollecitano a proporne. Noi siamo fermi in attesa dei nuovi affidamenti».
Intanto i migranti dormono nelle tende o nei container, come nel centro di primissima accoglienza di via Traves. O vengono portati in paesini come Chiaves, dove sono uno ogni due abitanti.

«Sarà sempre più difficile fare integrazione come abbiamo fatto finora - conclude Negro - Temo che alcuni territori verranno “bruciati” e ci sarà un impatto sociale negativo. Purtroppo stiamo vivendo una situazione complessa che si sta accentuando sempre di più: diciamo che questa è un’estate calda sotto tutti i punti di vista».

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