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STOP EURO5
24 Agosto 2023 - 21:39
Il rapporto dell'Arpa sul riscaldamento
Non di soli blocchi auto vive la lotta all’inquinamento in Piemonte. Lo sa bene il direttore dell’Arpa Piemonte (Agenzia regionale per la protezione ambientale) Secondo Barbero, per cui bisogna guardare con grande attenzione al mondo agricolo e agli inquinanti emessi dalle caldaie a metano e biomasse (vale a dire stufe e caminetti). «Il blocco dei diesel Euro5 in programma per settembre serve - premette -, ma non è l’unica misura da mettere in campo per rispettare i limiti degli sforamenti. Tutte le azioni previste dal piano sono necessarie».
Caldaie e legna
«Sicuramente il riscaldamento è una delle fonti che maggiormente causa gli sforamenti» ricorda Barbero. Secondo gli ultimi dati sui controlli degli impianti termici effettuati dall’Arpa in Piemonte, su un totale di 1.186 impianti controllati per 270 sono state riscontrate «violazioni normative oggetto di sanzione». Si tratta del 23% dei controlli. La maggior parte delle violazioni, pari all’incirca al 57% dei casi, è dovuta al non rispetto dei valori minimi di rendimento dell’impianto, mentre in circa il 32% dei casi è stato accertato il superamento del limite di Nox. Il restante 11% riguardava violazioni relative alle norme sull’efficienza energetica, quali mancata manutenzione dell’impianto o mancata installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione.
«A Torino le emissioni derivate dal riscaldamento sono molto più basse rispetto al resto della regione perchè c’è il teleriscaldamento» spiega ancora il direttore dell’Arpa. «Sono impianti ad altissima efficienza e filtri molto efficienti nei camini» aggiunge. In ogni caso, tra i diversi combustibili utilizzati per il riscaldamento domestico, «la legna risulta di gran lunga quello maggiormente inquinante per quanto riguarda il particolato Pm10» ricordano dall’Arpa.
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«Politiche fallimentari»
Intanto, non accennano a placarsi le polemiche intorno al blocco dei diesel Euro 5 in programma per il prossimo 15 settembre. «Se la rabbia dei cittadini colpiti da questa misura è comprensibile, non lo sono per niente le dichiarazioni di assessori e ministri responsabili di queste decisioni, che si difendono dicendo che questa misura “è colpa di Bruxelles” e che va fatta perché “ce lo chiede l’Europa”» commenta il Comitato Torino Respira. «Queste posizioni cercano soltanto di nascondere il fallimento quasi ventennale delle politiche di riduzione dell’inquinamento dell’aria - proseguono - i cui effetti sulla salute dei cittadini italiani sono i più gravi in tutta l’Europa, e provocano quasi 6mila morti premature ogni anno, senza contare i ricoveri nelle fasi acute e le sofferenze di chi si ammala in modo cronico».
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