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L'INIZIATIVA
24 Agosto 2023 - 20:00
I mercati di Torino sono in agonia e gli ambulanti tornano a invadere piazza Vittorio come avvenuto durante la pandemia. La manifestazione è in programma per il 4 settembre e i motivi sono sostanzialmente due: lo spauracchio del ritorno della direttiva Bolkestein che a detta loro renderebbe la categoria ancora più precaria, e lo stop alla circolazione dei mezzi da lavoro, giunta ormai ad interessare anche tutti gli Euro 5, «cioè oltre il 90% del parco mezzi totale, con conseguenze devastanti su tutto il settore» sottolineano gli ambulanti in protesta.
«I nostri mezzi viaggiano dal magazzino al mercato e lì si fermano per otto ore o anche più, vengono poi rimessi in moto per andare a casa, non siamo certo noi a inquinare» dichiara Giancarlo Nardozzi, presidente nazionale del Goia Fenapi, l’associazione di riferimento degli ambulanti. «La nostra è un’attività a basso impatto ambientale, tutto il processo di vendita si svolge a motore spento e all’aria aperta, e bloccarci, oltre a rischiare di farci fallire, è un’azione contraria alla tutela dell’ambiente, infatti nella tragica ipotesi di mercati chiusi, migliaia di famiglie sarebbero costrette a spostarsi con l’auto per rifornirsi, generando così un livello di emissioni ben più elevate».
Il Goia ha già trattato ampiamente il tema durante l’audizione tenutasi presso il consiglio regionale il 15 dicembre scorso, «nell’occasione abbiamo sollevato come primo punto proprio il rischio che il blocco del traffico comporta per la categoria, proponendo soluzioni specifiche, l’ambulante non può prendere i mezzi pubblici per andare al lavoro e non è nemmeno un trasportatore o un corriere che sostituisce mezzi ogni tre anni, i costi attuali di un mezzo nuovo o recente sono inaccessibili per la maggior parte di noi e gli incentivi finora accordati non sono sufficienti a far fronte al problema» prosegue Nardozzi. «Sul tema - aggiunge - abbiamo anche interpellato la commissione europea che non ritiene necessario il blocco dei nostri mezzi, il presidente regionale Cirio, l’assessore Marnati e persino il ministro Pichetto, da cui attediamo ancora una risposta». Non soddisfa neppure l’introduzione del Move-In, la scatolina che consente ai mezzi in quinanti di sforare per un certo numero di chilometri: «Il chilometraggio è troppo basso e si tratta di una spesa aggiuntiva» spiega il presidente del Goia che ha anche iniziato uno sciopero della fame per protesta.
Altro tema è la tanto detestata direttiva Bolkestein: «Questo governo vuole farci morire reintroducendo la direttiva sospesa proprio dal governo giallo-verde» sottolinea Nardozzi che spiega: «Così diventiamo peggio dei balneari, mettono i nostri posti all’asta e le nostre licenze diventano carta igienica».
«I mercati - sottolineano tutti gli ambulanti dell’associazione - stanno morendo uno dopo l’altro, scendiamo in piazza per non fallire».
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