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La denuncia

In 50 per difendere il pusher: poliziotti presi a calci in faccia

Il sindacato: «Situazione fuori controllo: servono i taser»

Controlli della polizia a Torino

Controlli della polizia a Torino

In 50 per difendere uno spacciatore e prendere a calci in faccia i poliziotti che lo volevano arrestare: è quanto successo venerdì sera in Barriera di Milano, con il sindacato Siap a denunciare «l’ennesimo grave episodio con al centro dei pusher».

Entrano nel merito i delegati: «Oltre 50 stranieri sono accorsi per impedire l’arresto di un noto pluripregiudicato senegalese, fermato dalla volante di zona. Il risultato è stato di riportare ancora agenti feriti a calci in faccia e tutte le auto in servizio sul territorio chiamate ad intervenire per sottrarre i colleghi dalla furia dei venditori di morte».

Per fortuna nessuno di loro ha riportato lesioni gravi: «Al di là delle ferite riportate dai colleghi, a cui vanno i nostri auguri per una pronta guarigione, questa vicenda fa riflettere - prosegue il Siap - Oltre all’assoluta mancanza di timore e rispetto verso le forze di polizia, notiamo come le persone coinvolte siano tutti irregolari sul territorio nazionale, pregiudicati e spacciatori». Da qui l’appello del sindacato: «Bisogna investire mezzi e risorse contro il traffico di droga ma anche in tema di immigrazione e certezza della pena: non si può concedere accoglienza e tutele a chi assalta la polizia».

I rappresentanti degli agenti parlano di situazione fuori controllo: «Le scene di venerdì sera, ormai ripetute ad ogni intervento, ne sono la rappresentazione plastica: non bastano pattuglioni o le operazioni episodiche ad alto impatto. E’ indispensabile che tutti gli equipaggi, a cominciare proprio da Barriera Milano, siano dotati del taser: é una richiesta che proprio in queste ore il Siap sta inviando al Questore, al Capo della Polizia ed al Ministero dell’Interno. Siamo stanchi di attendere, alle promesse devono seguire i fatti».

Commenta il segretario generale del Siulp di Torino, Eugenio Bravo: «Si tratta di un copione che ormai si ripete da tempo, nessuno sembra prenderlo sul serio. Abbiamo già detto dell’importanza della certezza della pena, inasprendo le condanne per chi agisce con violenza e resistenza contro i pubblici ufficiali: eppure tutto tace e i poliziotti continuano ad andare in ospedale. Abbiamo già detto che gli irregolari devono essere espulsi e occorre cominciare a pensare seriamente ad un’organizzazione per cui si debba procedere velocemente ai rimpatri: eppure tutto tace. Abbiamo detto che le forze dell’ordine devono essere tutte dotate di taser e mezzi dissuasivi: eppure tutto tace. Abbiamo detto che le forze dell’ordine sono sempre di meno e le violenze, le aggressioni, i reati non sembrano diminuire. E, con l’ingresso di nuovi irregolari, non è allarmismo sottolineare il rischio che aumentino in modo esponenziale: eppure tutto tace».

Ora Bravo chiede che qualcuno parli e soprattutto ci siano dei fatti, come sollecitato anche dal Siap: «Qualcuno deve incominciare ad assumere iniziative risolutive, altrimenti ci rimetteranno le forze dell’ordine e i cittadini. Ben vengano i Decreti Sicurezza ma devono avere risvolti pratici e non limitarsi a scartoffie impraticabili, soprattutto non si limitino sempre ad invocare un’Europa che, su questi teni, non esiste proprio».

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