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Juve, la Cassazione sposta il processo da Torino a Roma

Decisione a sorpresa della Corte di Cassazione, dopo che il procuratore aveva proposto Milano

Juventus A - Juventus B

Andrea Agnelli, Juventus (Depositphotos)

Torino-Roma, solo andata: è il tragitto che, nei prossimi giorni, dovranno percorrere tutti gli atti del maxi processo sui bilanci della Juventus. A deciderlo, con una sentenza a sorpresa, sono stati i giudici della Corte di Cassazione chiamati a stabilire quale sia la Procura competente per valutare l’operato dei dirigenti bianconeri: la decisione era prevista per oggi ed è arrivata a tarda sera.
Il verdetto a sorpresa mette a referto un “gol” per la Juventus: erano stati proprio i legali bianconeri a eccepire sulla competenza della Procura di Torino che, da quasi due anni, indaga sui bilanci della società sportiva.

E’ novembre 2021 quando scattano le prime perquisizioni della Guardia di finanza nelle sedi juventine di Torino e Milano. Sono gli albori dell’inchiesta “Prisma” sui bilanci della società, che punta il dito contro la compravendita di calciatori e la cosiddetta manovra stipendi.

Vengono ascoltati dirigenti e campioni fino a ottobre 2022, quando la Procura di Torino chiude l’indagine preliminare: i reati contestati sono aggiotaggio, false comunicazioni sociali, ostacolo agli organi di vigilanza e false fatturazioni, con 13 indagati (tra cui la società e i massimi dirigenti, come il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene). E a novembre si dimettono in blocco lo stesso Agnelli e il resto del Cda bianconero.

Nel frattempo la giustizia sportiva fa il suo corso e decide per la penalizzazione della Juve nel campionato di calcio 2022/2023: 10 punti in meno, settimo posto in classifica ed esclusione dalle coppe europee, decisa successivamente dall’Uefa. Una sentenza che ora sa di beffa per molti tifosi bianconeri, visto che i risultati sportivi sono stati modificati definitivamente alla luce di un processo che non è ancora iniziato sul serio. E che ora dovrà iniziare in un tribunale diverso rispetto a quello previsto a ieri.

Il rischio di una conclusione simile era emerso il 27 marzo scorso, con l’udienza preliminare del processo penale cominciata al Palazzo di giustizia di Torino. Pochi minuti e si rinvia al 10 maggio, quando il giudice Marco Picco rimanda alla Corte di Cassazione la decisione sulla competenza territoriale.

Una sorta di “assist” per la Juventus, che per prima aveva richiesto questo spostamento a Milano o in subordine a Roma. La motivazione è tecnica: i bianconeri sono quotati in Borsa nel capoluogo lombardo, dove ha sede anche la società che ha diramato il comunicato stampa di approvazione del bilancio 2019 (quello principalmente sotto accusa). Secondo i procuratori Mario Bendoni e Marco Gianoglio, la competenza territoriale dovrebbe rimanere a Torino perché lì ha sede l’azienda Juve. Ma anche il sostituto procuratore generale della Cassazione, Luigi Cuomo, propendeva per Milano perché è da lì che è partita la comunicazione sul bilancio.

Gli “ermellini”, come vengono definiti i giudici della Cassazione, hanno dato un’interpretazione diversa e hanno indicato Roma. Quindi il 26 ottobre, data in cui riprenderà il processo a Torino, il giudice Picco ne decreterà la chiusura e l’invio degli atti alla Procura della Capitale. Uno schiaffo per i pm torinesi e una prima vittoria per la Juventus.

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