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Il caso

Un anno di chiusura per il Borgo Medievale. I mastri artigiani: «Non vogliamo lasciare le nostre botteghe»

L'assessore Chiavarino rilancia: «Bisogna coniugare l’aspetto dei lavori con le richieste degli artigiani»

Borgo Medievale

Il sopralluogo del Comune al Borgo Medievale

Non più tre anni ma 12 mesi di chiusura totale per il Borgo Medievale, che dalla primavera del 2024 sarà interessato da lavori di ristrutturazione, restauro, ed efficientamento finanziati dal Pnrr per 6milioni e mezzo di euro. Mentre inizia il rifacimento delle coperture degli edifici del borgo, progetto sostenuto dal Ministero della Cultura e che terminerà entro settembre 2024, i lavori su cui ricadono gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono in attesa del progetto esecutivo. Piano che sarà pronto entro la fine dell’anno.

L’area dei lavori, gestita da Scr, aprirà tra il mese di marzo e quello di aprile del prossimo anno ed interesserà il borgo dall’ex ristorante San Giorgio fino a Casa Avigliana. Un anno di cantiere per rendere gli edifici accessibili a tutti e installare i sottoservizi. «Più sei mesi di collaudo – specificano gli uffici tecnici del Comune – durante i quali il borgo potrà riaprire al pubblico». Calcoli alla mano, i lavori finiranno nel 2026.

Artigiani sotto sfratto

Se la tempistica del cantiere riduce i tempi di chiusura, resta intatta la preoccupazione dei mastri artigiani che lavorano e abitano nel borgo. Le botteghe ancora aperte sono quella della stamperia di mastro Vittorio Cerrato e quella del ferro gestita da mastro Emanuele Corradin. I due artigiani e le loro famiglie dovrebbero lasciare le loro attività e le loro case entro il 29 febbraio 2024.


I ponteggi dei lavori di rifacimento delle coperture 



Chiedono di non abbandonare il borgo, «non sapremmo dove andare» sottolineano, e di poter tenere aperte le botteghe «pur con delle chiusure indispensabili per far andare avanti i lavori», dice Vittorio che ha partecipato al sopralluogo svolto questa mattina dal Comune con l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino. L’assessore si è detto disponibile a trovare una soluzione «che coniughi l’aspetto dei lavori alle richieste degli artigiani». L’impegno è quello di cercare di capire se ci sono le condizioni per non spostare i grossi macchinari presenti nelle botteghe. Una grande vittoria sarebbe far rimanere le famiglie all’interno del borgo, che è la loro casa.

Il sopralluogo


«Dobbiamo fare ogni sforzo possibile - ha aggiunto l’assessore
-, bisogna pensare che qui ci sono lavoratori che danno un grosso contributo alla Città, soprattutto in una fase in cui si riscopre la sua vocazione turistica e commerciale». Un’opzione era stata lanciata dall’assessora alla Cultura Rosanna Purchia, che aveva indicato il Mastio della Cittadella come luogo provvisorio per ospitare i mastri bottegai. Alternativa che non risponde alle esigenze delle attività di Emanuele e Vittorio.

Botteghe che «possono continuare a vivere solo nel borgo», ha commentato il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano. «Siamo soddisfatti della riqualificazione, ma preoccupati per le botteghe storiche», ha aggiunto il presidente invitando la Città a creare soluzioni «affiche possano continuare a rimanere».

Mondo accademico e organizzazioni di settore a sostegno degli artigiani

Ad appoggiare i mastri del Borgo, visitato da più di 500mila persone all’anno, anche Confartigianato ed il mondo accademico che ha inviato all’amministrazione una lettera aperta firmata da più di 30 professori, tra cui spicca il nome di Alessandro Barbero.

Nella lettera, gli accademici chiedono non venga persa la memoria storica del Borgo e che le botteghe, dopo i lavori, continuino ad ospitare «antichi mestieri». La destinazione d’uso degli spazi riqualificati è infatti ancora da definire, e sarà indicata nel progetto esecutivo. 

 

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