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Il tragico precedente di Caselle

Jet precipitato, il pilota che sacrificò la vita per non colpire degli innocenti

Il tenente colonnello Manlio Quarantelli e il monumento che ricorda la sua storia di eroismo e sacrificio

Jet precipitato, il pilota che sacrificò la vita per non colpire degli innocenti

Nel mondo dell'aviazione, ci sono storie di eroi che sfidano il destino per salvare vite umane, soprattutto nel momento in cui devono scegliere fra la propria vita e quella di centinaia di persone. Quanto accaduto a Caselle, al maggiore Oscar Del Dò ai comandi del jet delle Frecce Tricolori, schiantatosi contro un'auto su cui viaggiava una famiglia e causando la morte di una bambina di 5 anni, ha un terribile e poco noto precedente, proprio nei cieli di Caselle: è la storia del tenente colonnello Manlio Quarantelli. La sua dedizione e il suo coraggio sono stati messi alla prova in un momento critico che ha ispirato generazioni successive di piloti. Questo articolo ripercorre la vita straordinaria di Manlio Quarantelli e il suo atto eroico nell'incidente con il prototipo AMX.

I primi anni di Manlio Quarantelli

Manlio Quarantelli era nato nel 1926 a Velletri e fin da giovane aveva un sogno: diventare un pilota. Si arruolò nell'Aeronautica Militare, dove iniziò il percorso che lo avrebbe portato a diventare uno dei piloti più rispettati del suo tempo. La sua determinazione lo portò all'Accademia Aeronautica, dove completò la sua formazione e ottenne il prestigioso brevetto di pilota militare.

Servizio Militare e Trasformazione in Pilota Collaudatore

Dopo la formazione, Quarantelli fu destinato in Canada e in Inghilterra, dove continuò a perfezionare le sue abilità di pilota. Il suo servizio nell'Aeronautica Militare fu esemplare, e alla fine raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1963, prese una decisione che avrebbe cambiato il corso della sua carriera: lasciò la forza armata per unirsi alla Fiat Aviazione.

L'Accumulo di Ore di Volo e la Carriera da Collaudatore

Sotto l'ala della Fiat Aviazione, Quarantelli iniziò una nuova fase della sua carriera. Incredibilmente, accumulò più di 8.000 ore di volo su vari modelli sperimentali di aerei. La sua competenza e dedizione lo resero un pilota collaudatore di grande valore per l'industria aeronautica italiana. Collaborando con ingegneri e team di progettazione, contribuì al progresso dell'aviazione.

Il giorno dell'incidente e l'atto eroico

Il 1° giugno 1984, un giorno che avrebbe segnato la storia dell'aviazione, Quarantelli si trovava ai comandi di un aereo AMX International A-1, destinato alle forze armate brasiliane, in quello che era il quarto volo di collaudo del prototipo. Durante l'atterraggio a Caselle, l'aereo accusò un'avaria al motore. In un momento cruciale, Quarantelli avrebbe potuto eiettarsi per salvarsi, ma scelse di rimanere ai comandi.

La sua scelta fu eroica: sotto di lui c'erano l'aeroporto, le case e la tangenziale di Torino. Riuscì a dirigere l'aereo lontano dalle zone abitate e tentò un atterraggio di emergenza. L'impatto in un campo fu violento, con il velivolo che strisciò per oltre duecento metri. Solo a quel punto, mentre il velivolo quasi fermo veniva avvolto dalle fiamme, Quarantelli azionò l'espulsore.

La battaglia per la vita e la tragica Fine

Quarantelli fu soccorso e portato in ospedale, al Cto, in condizioni gravi. Soffriva di ustioni, contusioni e fratture vertebrali con compressione al midollo spinale. Nonostante le sfide, i medici avevano fiducia nella sua ripresa. Tuttavia, a causa di complicazioni, fu trasferito al Policlinico di Milano. Le sue condizioni peggiorarono progressivamente, e il 19 agosto, nel giorno del suo 58º compleanno, Sergio Quarantelli morì, lasciando dietro di sé una famiglia affranta.

Il monumento

A Manlio Quarantelli, come tributo al coraggio e alla dedizione dei piloti militari e dei collaudatori, è dedicato il Monumento al pilota collaudatore, nella rotonda di fronte all'Aeritalia fra Torino e Collegno.

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