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Il "bird strike"

Uccelli nei motori: 17 casi a Torino, 87 a Fiumicino

Dopo la tragedia delle Frecce Tricolore a Caselle

Bird strike

I nuovi intrusi sono i gabbiani

L’ipotesi del "bird strike", cioè dell’impatto con gli uccelli da parte dell’aereo delle Frecce Tricolore, è al vaglio della procura. Siamo di fronte a un problema molto noto e studiato negli aeroporti di tutto il mondo, ma che raramente porta a conseguenze letali. Gli aerei di linea, infatti, sono dotati di doppi motori e dunque in caso di "bird strike" decollano correttamente ed eventualmente tornano alla base per precauzione. A Torino i casi di "bird strike" nel corso dell’intero 2022, secondo la relazione dell’Enac, sono stati 17, a fronte di 42mila movimenti aerei.

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Gli uccelli più colpiti sono allodole e cornacchie. L’indice di rischio a Torino, dove vengono utilizzati regolarmente dissuasori per allontanare gli uccelli e un abile falconiere, è dello 0.16. A Roma Fiumicino, primo aeroporto del Paese, nel 2022 gli impatti sono stati 87, con un indice di rischio più elevato, dello 0.27. «L’energia che si sviluppa nell’impatto - spiegano dall’Enac - è direttamente proporzionale alla massa e al quadrato della velocità, per cui anche l’impatto con un piccione in atterraggio, o l’aspirazione di una lepre nel motore durante la corsa di decollo, producono lo stesso effetto di un proiettile».

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