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La denuncia
04 Ottobre 2023 - 04:30
Da anni racconta il bello di Torino con la sua macchina fotografica. Ma da venerdì ha paura a girare per la città dove i suoi genitori sono emigrati dal Kurdistan iraqeno: «Mi hanno puntato un coltello alla pancia e mi hanno rapinato - si sfoga il 23enne Rebin Hadad, che aggiunge - Purtroppo certe zone fanno paura: andrebbero rase al suolo e ricostruite».
Hadad è un fotografo, video maker e star di Instagram, dove pubblica immagini e filmati che mostrano Torino a centinaia di migliaia di persone: «Tanti mi criticano perché racconto “la parte bella” ma, in quartieri come Barriera di Milano, non mi fido a tirar fuori la macchina fotografica». Adesso ha proprio paura anche a passarci, nonostante abiti proprio in Barriera: «Alle 17 di venerdì stavo aspettando il bus in via Bologna angolo via Cimarosa - ripercorre il giovane torinese - E’ arrivato un altro autobus, tutti sono saliti e io sono rimasto da solo. Poi, all’ultimo, due nordafricani sono scesi e sono venuti verso di me in modo minaccioso».
Secondo quanto raccontato da Hadad, uno dei due gli è passato alle spalle mentre l’altro gli si è parato davanti: «Mi ha preso per la camicia, dicendo “Dammi 5 euro”. Poi ha tirato fuori un coltello e me l’ha puntato contro l’addome. Io non ho reagito, pronto a dargli i soldi, quando l’altro mi ha messo le mani nelle tasche dei pantaloni e mi ha preso il telefono». Pochi secondi, cui praticamente nessuno ha assistito: «Poi ho visto arrivare delle persone e mi sono messo a urlare di chiamare la polizia. Quindi i due uomini sono scappati e io li ho rincorsi».
Ne è nato un inseguimento a piedi verso piazza Respighi: «Dopo circa 200 metri sono entrati in un vicolo dietro il Centro per l’impiego - prosegue il giovane fotografo - A quel punto mi sono fermato per paura di un agguato. Nel giro di pochi minuti sono arrivate tre pattuglie di carabinieri più altri due in moto». I quali si sono messi subito sulle tracce dei rapinatori e sono riusciti a rintracciarne uno, un marocchino di 23 anni (stessa età della sua vittima). Il rapinatore è stato arrestato per rapina aggravata e furto con strappo, visto che poco prima aveva portato via il borsello a un anziano di 70 anni: «Hanno recuperato anche il mio telefono ma i rapinatori devono averlo buttato per terra: era distrutto e inutilizzabile. Ho dovuto ricomprarlo ma almeno non mi hanno fatto del male».
Le conseguenze di questo episodio, per Hadad, sono psicologiche: «A Torino non si è mai al sicuro. Barriera, in particolare, ha bisogno di un lavoro di riqualificazione enorme. Com’è stato fatto in Aurora, migliorata tanto grazie alla Nuvola Lavazza e dello studentato al Ponte Mosca». Due investimenti privati, tra l’altro: «Purtroppo gli enti pubblici non riescono a recuperare gli enormi spazi abbandonati del quartiere, dal palazzo delle Poste all’ex Mardichi di via Bologna: andrebbe raso al suolo tutto e rifatto. Intanto io, dopo venerdì, vivo nella paura: ho una sensazione di pericolo costante e non mi sento al sicuro, né di notte né di giorno. Sarà dura riprendermi».
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