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Allarme sicurezza

C'è un quartiere che ha paura e ora scende in strada per manifestare

I comitati proveranno a consegnare anche una lettera al sindaco di Torino

Spaccio in Barriera

Spaccio in Barriera

"Non fare lo struzzo. Alza la testa e difendi il tuo quartiere. Insieme siamo una forza inarrestabile". E' lo slogan che aprirà la manifestazione di lunedì prossimo (ore 14.30 davanti al Comune di Torino) in difesa del quartiere Barriera di Milano.

A organizzarla il comitato spontaneo di zona, preoccupato per l'aggravarsi - negli ultimi mesi - di determinate situazioni. Vediamo alcune criticità:

Sicurezza: la zona attorno al parco Sempione è diventata invivibile. Prima la chiusura delle piscine, poi le proteste di Spazio 211 (ancora in corso). In mezzo l'addio dello storico chiosco e il solito dramma delle fabbriche abbandonate. Su tutte la Gondrad, i cui cantieri non sono ancora partiti. Così come quelli dell'attesissima Metro 2.

Servizi: l’associazione sportiva dilettantistica “L’Araba Fenice” ha salutato Barriera di Milano per trasferirsi a Lucento. La compagnia, in Barriera dal 2009, se ne è andata per motivi di sicurezza. Dopo oltre 90 anni di onorato, inoltre, ha chiuso i battenti anche l’asilo Thaon di Revel di via Lombardore La notizia era nell’aria da settimane, complice la diminuzione delle sezioni (passate da tre a una sola quest’anno).

Per questo motivo i comitati consegneranno anche una lettera al sindaco, Lo Russo. «Vogliamo sapere quali progetti avete in cantiere - se li avete - per migliorare Barriera di Milano, per garantire maggiore sicurezza a noi cittadini, per fermare il degrado - raccontano -, che sta avanzando inesorabilmente, corrodendo a poco a poco, ma in tempi brevi, porzioni sempre più ampie del quartiere. Quale sarà il futuro di questa periferia da voi dimenticata? Vogliamo saperlo perché Barriera è casa nostra, perché in Barriera noi ci viviamo, ci facciamo la spesa, accompagniamo i figli o i nipoti a scuola, portiamo a spasso nei giardinetti i nostri amici a quattro zampe, qualcuno di noi ci lavora anche. Ora siamo qui in cerca di risposte serie, che ci restituiscano la fiducia nelle istituzioni e ci permettano di tornare a vivere il nostro quartiere serenamente. Per questo le chiediamo a gran voce di chiarirci alcune questioni rimaste irrisolte da lungo tempo».

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