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Il caso

Fabbriche chiuse e sicurezza, la Città mette fretta ai privati: «Subito un progetto e poi via ai cantieri»

Parco Sempione nel mirino. Intanto la Regione chiede un tavolo per salvare Spazio 211

L'ex Gondrand di via Cigna

L'ex Gondrand di via Cigna

Prima lo storico chiosco, poi 24 ore fa la notizia dell’addio (forse temporaneo) di Spazio 211. Motivato con poche ma chiare parole: «mancanza di sicurezza». Aumentano i nuvoloni neri attorno all’area del parco Sempione dove oggi resistono solo i campi sportivi del Gar Rebaudengo. Chiuse le due piscine, quella all’aperto e quella coperta ex Rari Nantes, mentre le fabbriche, Carlin e Gondrad, sono un ricettacolo di disperati e tossici. Nel mirino degli sbandati il centro d’incontro mentre il parco è una narcosala a cielo aperto.

Lo storico chiosco di angurie di via Cigna

Interlocuzioni con i privati

Per questo la chiusura comunicata dall’associazione Spazi Musicali Ets ha solo parzialmente spiazzato il Comune che già mesi fa aveva avuto modo di confrontarsi con i gestori. «L’area ex Gondrand è un’area privata su cui è alta l’attenzione della Città e prosegue l’interlocuzione con la proprietà - spiega l’assessora alla Sicurezza, Gianna Pentenero -. L’obiettivo è arrivare al più presto ad un progetto condiviso che soddisfi le esigenze del territorio. Nel frattempo, resta alta anche l’attenzione sul tema della sicurezza. Insieme ai colleghi di Giunta stiamo lavorando per avere presto un cantiere nell’area ex Gondand e garantire sicurezza e futuro alla struttura. A quel punto sarà più agevole concentrare le forze anche sul vicino parco». Sul fronte sicurezza nemmeno la Regione Piemonte vuole restare a guardare.

La Gondrand di via Cigna

Un tavolo sicurezza

«La chiusura di Spazio 211, vittima di numerosi attacchi vandalici e criminali, segnerebbe una sconfitta gravissima per la città e per un quartiere che ha bisogno di riscatto - afferma l’assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte Fabrizio Ricca -. É necessario aprire un tavolo con la Regione, i gestori, la Città di Torino e la Prefettura per studiare una soluzione che permetta a chi porta cultura nei quartieri di non dover arretrare davanti alla prepotenza della criminalità. Come Regione siamo pronti a fare tutto quello che è necessario per superare questa crisi e credo che il recente stanziamento di un milione di euro per intensificare la presenza di pattuglie interforze possa andare nella direzione di portare sicurezza in aree di Torino lasciate troppo a lungo da sole».

La storica piscina Sempione

Il grido di resa e di rassegnazione che giunge in queste ore dai gestori di Spazio 211 di via Cigna, «non è che la punta di un enorme iceberg che le opposizioni in Consiglio Comunale, ed in particolare il gruppo consiliare di Forza Italia, denunciano da molti anni - spiega il consigliere Domenico Garcea -. E' la certificazione della sconfitta di immaginari progetti di riqualificazione delle periferie, buoni per riempire le pagine dei programmi elettorali della sinistra torinese, ma che sono rimasti lettera morta. Questo la gente di Barriera lo sa bene: criminalità in ogni angolo del quartiere, spaccio di droga e prostituzione, bivacchi nei giardini pubblici o in spazi come la ex Gondrand, sporcizia e degrado sono ormai diventati consuetudine, nell'immobilismo e menefreghismo di chi ha la responsabilità di governare Torino».

L'ex Gondrand di via Cigna

Un grido d'allarme

La lettera di Spazio 211 è un grido d’allarme: lo sostengono anche Nadia Conticelli, capogruppo del Pd in Comune di Torino, e Marcello Mazzù, Segretario Pd Torino. «La Gondrand va sgomberata, ma contestualmente bisogna pensare a che fine faranno quelle persone, altrimenti le spostiamo da una fabbrica abbandonata ad un parco o viceversa - replicano -. Il governo nazionale e quello regionale continuano a comportarsi rispetto ai temi scottanti dell’immigrazione, dello spaccio, del degrado come fossero all’opposizione, senza nessuna misura concreta. E questo finisce per scaricare il disagio sulle spalle dei cittadini».

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