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La vergogna

Sfregiata dai vandali la targa in memoria di Peppino Impastato

Il raid nella notte. Lo sdegno del quartiere e del mondo della politica

La targa di Peppino Impastato

La targa di Peppino Impastato

Sfregiata nella notte la targa in memoria di Peppino Impastato, giornalista assassinato dalla Mafia il 9 maggio 1978. La targa si trova nei giardinetti di largo Sempione, in Barriera di Milano.

Un episodio che è stato denunciato dai residenti e dai commercianti del quartiere. E poi dalla politica. Uno sfregio inaccettabile.

«L’intitolazione del giardino di fronte all’ospedale San Giovanni Bosco a Peppino Impastato è datata al 14 marzo 2008, e fu il punto di arrivo di un lungo percorso di educazione alla legalità che coinvolse tutto il quartiere, a parte dalle scuole di ogni ordine e grado - ricordano i consiglieri comunali Nadia Conticelli e Antonio Ledda - Fu un momento di partecipazione che rese quello spazio pubblico davvero un bene collettivo condiviso. Oggi, come allora, nel giardino è in atto un intervento di riqualificazione importante e la targa spezzata può essere frutto di incuria o di colpevole superficialità, ma ci richiama, in primo luogo come istituzioni, a ripartire dalla legalità come pratica del quotidiano di cui tutti e tutte siamo chiamati a rispondere. E la figura di Peppino Impastato, che racconta un storia di coraggio e determinazione, è il simbolo migliore per una zona socialmente fragile come Barriera di Milano».

«Negli anni qualche atto vandalico è capitato e prima ancora delle istituzioni sono state proprio le scuole a segnalarlo. - sottolinea Isabella Martelli, capogruppo Pd in Circoscrizione 6 - Oggi quel legame si è indebolito e la sostituzione della targa deve diventare una nuova opportunità di coinvolgimento del quartiere e dei giovani. Questo chiediamo all’amministrazione comunale e alla giunta circoscrizionale». L'episodio ha indignato anche il vicepresidente vicario della Città, Domenico Garcea. «Sono indignato per l'ennesimo atto vandalico - racconta -, ma sono contento che il Comune si sia attivato per sostituire prontamente la targa in marmo danneggiata».

Per porre immediatamente rimedio «abbiamo chiesto alla ditta che sta ultimando i lavori di intervenire sulla targa vandalizzata, che verrà quindi ripristinata in tempo per la riapertura dei giardini, prevista per la fine del mese» così l’assessore al Verde, Francesco Tresso.

Chi era Peppino Impastato?

Peppino Impastato, il suo vero nome era Giuseppe, è stato un giornalista e attivista siciliano. È stato ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978.

Una luce contro la mafia

Nel cuore della lotta contro la mafia in Sicilia, una voce coraggiosa si alzò per denunciare il crimine organizzato e la corruzione. Questa voce apparteneva a Giuseppe "Peppino" Impastato, un giornalista e attivista nato il 5 gennaio 1948 a Cinisi, un piccolo paese siciliano. La sua vita e la sua morte sono diventate simboli della resistenza contro la mafia.

Il giornalista Peppino Impastato, ucciso nel 1978

Peppino Impastato è cresciuto in un ambiente in cui la mafia aveva un forte controllo. Tuttavia, fin da giovane, ha dimostrato una determinazione straordinaria nel combattere questa oscura presenza. Nel 1968, all'età di 20 anni, ha iniziato a diffondere la sua opposizione attraverso una stazione radio pirata chiamata "Radio Aut" (abbreviazione di "Autonomia"). Con questa emittente, Peppino ha svelato i segreti e le atrocità della mafia, attirando l'attenzione sulle azioni criminali che affliggevano la sua comunità.

La sua attività di denuncia, però, non è passata inosservata. Nel 1978, all'età di soli 30 anni, Peppino Impastato è stato brutalmente assassinato. Il suo corpo è stato ritrovato sulla linea ferroviaria, ucciso con una bomba. Nonostante le prove schiaccianti contro i mafiosi responsabili, il caso di Peppino rimase irrisolto per anni, rafforzando la percezione che la mafia esercitasse un potere insormontabile.

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