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La richiesta

Daspo urbano per chi delinque davanti a scuole ed ospedali

Provvedimenti richiesti anche per i quartieri di Barriera di Milano e Aurora

Daspo urbano

Presentazione della delibera popolare che ha raccolto 784 adesioni

Attivare il daspo urbano «soprattutto nelle aree più colpite da fenomeni di delinquenza e spaccio». È questo che richiede la delibera di iniziativa popolare presentata questa mattina dall’assessore regionale Maurizio Marrone e dalla parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli. Con loro, i primi a sottoscrivere la petizione avviata nel settembre 2022, 784 firmatari.

Creato dall’allora ministro degli Interni Marco Minniti, il daspo urbano prevede l'allontanamento per chi commette reati nelle zone della logistica come stazioni e parcheggi. Per ampliare il raggio d’azione delle forze dell’ordine, ogni città deve modificare il proprio Regolamento di Polizia Urbana inserendo la possibilità di operare l’ordine anche in altre aree cittadine. «Il daspo urbano, già adottato da Milano, è un ordine di allontanamento per garantire la sicurezza in città – ha spiegato Marrone –. Soprattutto nei quartieri più degradati è uno strumento utile per la riqualificazione».

La proposta di delibera chiede l’ampliamento delle restrizioni nelle aree scolastiche ed universitarie, nelle zone dove sono presenti musei e monumenti, parchi archeologici e siti della cultura. E poi ancora nei giardini, ospedali, casa di cura, mercati e fiere. Nello specifico, i firmatari richiedono di attivare il procedimento restrittivo in alcune zone critiche della Città.

Si tratta dei quartieri di Aurora e Barriera di Milano, di piazza Santa Giulia, San Salvario vicino alla Parri e via Ormea, il centro commerciale del Lingotto, l'area di Basso San Donato, Parella Sud Ovest e piazza d'Armi, Rondò della Forca, corso Giacomo Matteotti, il giardino Croce Verde, via Tofane e piazza Carlo Felice. «Facciamo un appello al sindaco, a cui riconosciamo del pragmatismo – ha concluso l’assessore regionale – che adotti questo strumento per cercare di riportare livelli dignitosi ed accettabili di sicurezza».

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