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IL FATTO
30 Ottobre 2023 - 20:59
Orfani "speciali", i figli delle vittime di femminicidio
Da un lato c’è la legge. La numero 4 del 2018. Una legge «all’avanguardia», spiegano i giuristi. Una delle prime in Europa che regolamenti con tanta cura e dovizia di particolari gli aiuti per gli orfani speciali. I figli delle vittime di femminicidio. Dall’altro ci sono loro: gli “speciali”, come li definisce la psicologa Anna Costanza Baldry, che ha dedicato la sua vita alla tutela delle donne e dei bambini vittime di violenza.
Chi sono gli "orfani speciali"
Gli speciali sono figli di una mamma che non c’è più, uccisa brutalmente dal padre, dal marito, dal compagno che ora è in carcere oppure si è tolto la vita. Secondo le ultime stime si contano 48 orfani di questa natura tra Piemonte e Liguria. Ogni storia è diversa e ogni ragazzo reagisce in modo singolare, ma sono tutti accomunati da quell’unico, pesantissimo bagaglio che dovranno portarsi dietro per tutta la vita.
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Sostegno economico e rimborsi
La legge per loro prevede una forma di sostegno economico mensile (che varia a seconda delle situazioni) più diverse attività rimborsabili, che pure spesso tardano ad arrivare. «La legge del 2018 astrattamente è di ottimo livello - premette l’avvocato Anna Ronfani, vicepresidente del Telefono Rosa di Torino - ma i regolamenti attuativi sono arrivati solo nel 2020, già in ritardo rispetto all’emanazione della legge». Poi c’è un problema relativo procedura di valutazione dei criteri di ammissibilità, per la cui l’applicazione passa attraverso la prefettura dei luoghi di residenza.
I ragazzi inoltre non hanno bisogno solo di sostegno psicologico sotto forma di terapia, ma di una serie di attività che li permetta di tornare a vivere la socialità in modo sereno. Tutte le attività di questo tipo - che vanno dal corso di chitarra al nuoto - possono essere rimborsate, secondo la legge n.4 del 2018, ma (ammesso che le famiglie possano permettersi di anticipare i soldi), i tempi per i rimborsi sono insostenibili.
Sos, Sostegno orfani speciali
Altri appigli per le famiglie affidatarie esistono, ma in tanti non li conoscono. A Torino, il Progetto Sos (Sostegno orfani speciali) ha intercettato venti ragazzi e le loro famiglie affidatarie. «È una percentuale molto bassa» commenta Anna Maria Zucca, responsabile del progetto Sos. «Più se ne parla e più c’è la possibilità che si arrivi alle orecchie di chi ne ha bisogno» rimarca. Le attività sono finanziate dall’Impresa Sociale Con I Bambini, con un importo di 1,6 milioni di euro fino a luglio 2025 e a fare da capofila sono i Centri anti violenza Emma «Offriamo sostegno a 360 gradi a ragazzi e famiglie, chiamateci al 0118939039» l’appello di Anna Maria Zucca.
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