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I dati del Viminale
31 Ottobre 2023 - 06:16
Il caro affitti di cui si parla sporadicamente quando gli studenti universitari montano le tende, l’inflazione che strangola le famiglie, costringendone molte a fare i salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena, hanno una logica conseguenza: gli sfratti. Che durante il lockdown vennero sospesi. Salvo poi riprendere, come tutto ciò che viene contenuto artificialmente, con estrema forza dopo la fine della pandemia. Con un vero e proprio tsunami che ha travolto anche il Piemonte, come dimostrano i dati pubblicati dal ministero dell’Interno che descrivono – fa notare la Cisl - «un preoccupante aumento rispetto all’anno precedente».
Secondo i numeri del Viminale, nel corso del 2022, nella nostra regione ci sono state 4.098 sentenze di sfratto, le richieste di esecuzione sono state 10.350, gli sfratti eseguiti 4.069. Cifre spaventose, che descrivono una situazione particolarmente preoccupante nella provincia di Torino, dove le richieste di esecuzione sono state 5.223. Di queste, ne sono state eseguite 2.761: il 233,05% in più rispetto al 2021. «Il dato- sottolinea il sindacato - è allarmante perché riporta agli anni pre-covid in cui veniva registrata nel nostro territorio una vera e propria emergenza». La principale causa degli sfratti rimane «l’inadempimento del pagamento dell’affitto, e/o delle spese».
. Ma è anche emerso un aumento degli sfratti per finita locazione, «il dato il più alto degli ultimi dieci anni». Evidentemente, sottolineano i segretari del Sindacato inquilini casa e territorio (Sicet) della Cisl di Torino e del Piemonte, Simone Pensato e Giovanni Baratta, «la pesante situazione economica generata dalla pandemia ha aggravato la condizione reddituale di molte persone e famiglie che non sono più riuscite a fare fronte agli aumentati costi dell’abitazione. Perdere la casa e non riuscire a trovarne un’altra è la manifestazione più seria della povertà e dell’esclusione sociale».
Per questo motivo, il Sicet «ritiene necessario adottare misure concrete per garantire il diritto alla casa a tutti i cittadini e prevenire situazioni di grave disagio sociale». E la strada da percorrere, secondo i sindacalisti, pare chiara: «Da tempo - ragionano Pensato e Baratta - chiediamo che vengano rifinanziati i fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole, e riteniamo fondamentale istituire cabine di regia presso le Prefetture interessando tutti i soggetti interessati (Prefettura, Comuni, Tribunali, agenzie sociali per la locazione (Aslo), Atc, rappresentanze sindacali degli inquilini e dei proprietari) per permettere e facilitare la graduazione delle esecuzioni, garantendo alle famiglie sfrattate il passaggio da casa a casa».
Quello che sembra sempre più necessario, poi, è un intervento di qualche natura, con l’individuazione di una strategia, a livello statale. Perché Torino e il Piemonte, non rappresentano una eccezione. Anzi, i dati del Ministero degli Interni, ci restituiscono la drammaticità di una vera e propria emergenza nazionale, con oltre 30mila esecuzioni con la forza pubblica eseguite nel 2022. Ossia 150 famiglie al giorno che hanno visto bussare alla porta un ufficiale giudiziario che le invitava a raccogliere le loro cose e ad andarsene, senza che, nella stragrande maggioranza dei casi, vi sia stato un intervento pubblico di presa in carico delle fragilità economiche, sociali e sanitarie.
La maggioranza degli sfratti - anche al di fuori della nostra regione - è per morosità, alla base di più dell’80% delle nuove sentenze. Con un aumento straordinario pressoché ovunque. Guardando alle sole richieste di esecuzione, si scopre che a Milano sono cresciute del 647,90%, a Perugia addirittura del 511,11%. E poi: Firenze +275%; Roma+ 200,55%; Massa Carrara +405,48%; Terni +316,44%; Ancona +379,28%; Fermo +535,56%; Palermo e Messina (oltre il 330%); Vercelli (+ 396,43%); Aosta + 307,46%; Varese+ 381,40%. Alla voce sfratti eseguiti con la forza pubblica, non va meglio: Venezia +587,07%; Milano +611,63%; Napoli +287,81%; Roma +364%; Messina + 321%; Padova +342,71%; Firenze + 340%; Trieste +257,15%; Bolzano +221,05%.
Altro tema non trascurabile, che ovviamente va visto se si vuole affrontare seriamente il problema, di cui è l’altra faccia della medaglia, sono le difficoltà con cui devono fare i conti i proprietari degli alloggi. A loro volta stremati dai ritardi nel pagamento degli affitti, che per qualcuno sono entrate fondamentali nell’ambito di un bilancio famigliare.
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