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LE CASSE DELL'ENTE
12 Novembre 2023 - 07:20
Stefano Lo Russo e Gabriella Nardelli
Una tale mole di finanziamenti per la manutenzione degli spazi della città, Torino non la aveva mai vista. Lo vanno ripetendo da mesi, sindaco, assessori e tecnici del Comune, ma vederlo stampato nero su bianco nel bilancio previsionale dell’Ente fa un certo effetto. Il tesoretto del Pnrr permette di mettere a bilancio oltre 109 milioni di euro da spendere unicamente per le manutenzioni straordinarie da qui al 2026. A questi si aggiungono i fondi dell’ordinaria, altri 41 milioni. Per un totale di 150 milioni, mal contati.
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Investimenti straordinari per due miliardi e 700 milioni
Dopotutto, il capitolo investimenti straordinari del bilancio dell’Ente ammonta a due miliardi e 700 milioni. Tante sono le risorse che atterreranno sulla città nei prossimi anni tra fondi Pnrr, React, Pon metro e finanziamenti statali per la linea 2 della metropolitana. Nel frattempo, aumentano anche i finanziamenti per le manutenzioni ordinarie (+54% rispetto alla media del triennio 2021-2023). Vale a dire strade parcheggi, piscine, verde, illuminazione e riqualificazione dei mercati, tra cui quello di Porta Palazzo e quello di corso Racconigi. «Il 2024 vedrà la partenza di grandi interventi grazie agli investimenti del Pnrr come il progetto di riqualificazione del parco del Valentino, il restauro del Borgo Medievale e del Teatro Nuovo, il recupero delle aree verdi del Parco e il ripristino della navigazione sul fiume Po» commenta il sindaco Stefano Lo Russo insieme all’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli, illustrando il bilancio previsionale 2024-2026. Le prospettive sono positive e nel triennio un dipendente su quattro verrà sostituito, assicurando anche una notevole svecchiata all’organico ci Palazzo Civico.
Caro bollette: 51 milioni
Veniamo ora alle note dolenti. Il Comune deve fare i conti con la rigidità della spesa corrente e la stangata delle bollette. Durante gli anni della pandemia la spesa era rimasta sostanzialmente invariata intorno a 30 milioni l’anno; nel 2023 il costo delle utenze è lievitato fino a sfiorare quota 78 milioni, facendo registrare all’ente un aumento del 107% rispetto alla spesa del 2019. La prospettiva appare ancora critica per il 2024, per cui si stima una bolletta da 51 milioni. «Il 35% in più rispetto al periodo pre pandemia» fa notare Lo Russo.
Il "Patto per Torino"
A garantire l’equilibrio finanziario dei conti di Palazzo Civico ci pensano - ancora una volta - le risorse che fanno capo al “Patto per Torino”, «essenziali per il risanamento strutturale dei conti» rimarcano sindaco e assessore. L’accordo, siglato nel 2022 con l’allora governo Draghi, porterà nelle casse di Palazzo Civico 113 milioni di euro nel 2024. «Pur a fronte di un indice generale dell’inflazione per il 2023 pari al 5,7%, resteranno invariati canoni e tariffe» assicura il primo cittadino. Saranno anche mantenute tutte le agevolazioni Isee per le famiglie su tassa rifiuti, mense scolastiche, servizi sociali e trasporti. Resta tutta la giocare la partita sul Fondo Sostegno locazioni della Finanziaria, che cuba per l’ente 12 milioni di euro - già a bilancio - ma al momento assenti in Finanziaria.
Scoppia la polemica sull'assegno sociale
Cattive notizie per le casse del Comune sul fronte del sociale. Dal prossimo anno Palazzo Civico sarà costretto a sborsare 14 milioni di spesa corrente per l’assistenza domiciliare. A monte, il ricorso di alcune famiglie («non solo piemontesi» precisano dalla Regione) in merito all’utilizzo dell’assegno unico. Dal momento che la norma nazionale graverà sugli Enti Locali il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, insieme ad Alessandro Canelli, primo cittadino di Novara, Maurizio Rasero (Asti), Alessandro Corsaro (Vercelli), Silvia Marchionini (Verbania), Giorgio Abonante (Alessandria), Patrizia Manassero (Cuneo) e Claudio Corradino (Biella) hanno deciso di scrivere e una lettera indirizzata al presidente Alberto Cirio e al suo all’assessore regionale al Welfare Maurizio Marrone, per sottolineare il disagio. «A prevedere l’emanazione del regolamento quadro regionale sull’Isee è una norma nazionale prodotta nel 2013 dal governo Letta, il Dpcm 159, cui la Regione Piemonte ha ottemperato dopo dieci anni di ricorsi delle associazioni dei disabili e anziani e numerose sentenze anche del Consiglio di Stato» precisano dall’assessorato. Convocata in Regione il 20 novembre una riunione con le associazioni e gli enti gestori dei servizi socio assistenziali.
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