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l'allarme

«In Piemonte la gente non si vaccina, la pagheremo cara». E il Covid fa di nuovo paura

Gli esperti concordano: per le feste occorre immunizzarsi. Ma la corsa al vaccino non c'è

Covid, in Piemonte non c'è la corsa al vaccino

Covid, in Piemonte non c'è la corsa al vaccino

Nei giorni in cui arriva l’appello, da parte di associazioni, società scientifiche e sindacati, a vaccinarsi, a lanciare l’allarme in vista del Natale è Giovanni Di Perri, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'ospedale Amedeo di Savoia. «Dobbiamo fare i conti con una visione “oscurantista” del vaccino anti-Covid», afferma il professor Di Perri. Detto in altre parole, la corsa ad immunizzarsi contro il Covid in Piemonte sembra non esserci. Eppure, i numeri parlano chiaro: nella settimana dal 7 al 13 dicembre - secondo l’analisi di Lab24 per conto de Il Sole 24 Ore - in Italia abbiamo avuto un +11,1% di pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva e ben 322 decessi, il 4,9% in più rispetto alla settimana precedente. Per questo HappyAgeing, insieme alle società scientifiche, ai sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl, Uil Pensionati e a Federsanità Anci, lancia l’appello: «Andate di corsa a chiedere di essere vaccinati contro il Covid». Così il presidente del comitato tecnico scientifico di HappyAgeing, Michele Conversano: «Purtroppo i malati di Covid stanno aumentando, come anche le persone che sono costrette a ricoverarsi in ospedale. Si stanno riempiendo di nuovo le terapie intensive di malati che finiscono in ospedale non con il Covid, ma a causa del Covid. Il virus sta circolando come pensavamo che sarebbe accaduto, ma purtroppo la campagna vaccinale non sta andando con la forza e la tempestività di cui abbiamo bisogno».

Come mai non c’è la corsa al vaccino? «Essendo venuti meno gli obblighi - spiega il professor Di Perri - non c’è più una presa di coscienza collettiva, ma il vaccino anti-virus è diventato una scelta individuale. In sostanza, se a casa ho i nonni, o un parente malato, allora mi vaccino, altrimenti non vado a immunizzarmi. E capita anche che una persona già contagiata in passato dal Covid pensi che non sia più necessario vaccinarsi». Un problema, soprattutto in Piemonte «che è la terza regione più vecchia d’Italia, dove un residente su due ha più di cinquant’anni», riflette Di Perri. Che poi conclude così: «Questa scelta rischiamo di pagarla cara, specialmente se poi veniamo a contatto con persone fragili, pazienti a cui basta una semplice influenza per generare una insufficienza respiratoria».

E infatti per correre ai ripari il Piemonte ha già attivato gli open day per la vaccinazione anti-Covid in vista del Natale, come richiesto dal Ministero della Salute. Ha esordito sabato scorso l’Asl TO5 di Chieri con l’ambulatorio in piazza Silvio Pellico, poi il giorno successivo è stata la volta di Torino col Centro Vaccinale Lingotto. Sabato 30 dicembre tocca a Chivasso e Ivrea. In orario 9-13 e 14-16 ci si potrà vaccinare a Chivasso (via Nino Costa 43) e a Ivrea (via Aldisio 2).

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