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22 Dicembre 2023 - 13:35
Covid, in Piemonte non c'è la corsa al vaccino
Nei giorni in cui arriva l’appello, da parte di associazioni, società scientifiche e sindacati, a vaccinarsi, a lanciare l’allarme in vista del Natale è Giovanni Di Perri, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'ospedale Amedeo di Savoia. «Dobbiamo fare i conti con una visione “oscurantista” del vaccino anti-Covid», afferma il professor Di Perri. Detto in altre parole, la corsa ad immunizzarsi contro il Covid in Piemonte sembra non esserci. Eppure, i numeri parlano chiaro: nella settimana dal 7 al 13 dicembre - secondo l’analisi di Lab24 per conto de Il Sole 24 Ore - in Italia abbiamo avuto un +11,1% di pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva e ben 322 decessi, il 4,9% in più rispetto alla settimana precedente. Per questo HappyAgeing, insieme alle società scientifiche, ai sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl, Uil Pensionati e a Federsanità Anci, lancia l’appello: «Andate di corsa a chiedere di essere vaccinati contro il Covid». Così il presidente del comitato tecnico scientifico di HappyAgeing, Michele Conversano: «Purtroppo i malati di Covid stanno aumentando, come anche le persone che sono costrette a ricoverarsi in ospedale. Si stanno riempiendo di nuovo le terapie intensive di malati che finiscono in ospedale non con il Covid, ma a causa del Covid. Il virus sta circolando come pensavamo che sarebbe accaduto, ma purtroppo la campagna vaccinale non sta andando con la forza e la tempestività di cui abbiamo bisogno».
Come mai non c’è la corsa al vaccino? «Essendo venuti meno gli obblighi - spiega il professor Di Perri - non c’è più una presa di coscienza collettiva, ma il vaccino anti-virus è diventato una scelta individuale. In sostanza, se a casa ho i nonni, o un parente malato, allora mi vaccino, altrimenti non vado a immunizzarmi. E capita anche che una persona già contagiata in passato dal Covid pensi che non sia più necessario vaccinarsi». Un problema, soprattutto in Piemonte «che è la terza regione più vecchia d’Italia, dove un residente su due ha più di cinquant’anni», riflette Di Perri. Che poi conclude così: «Questa scelta rischiamo di pagarla cara, specialmente se poi veniamo a contatto con persone fragili, pazienti a cui basta una semplice influenza per generare una insufficienza respiratoria».
E infatti per correre ai ripari il Piemonte ha già attivato gli open day per la vaccinazione anti-Covid in vista del Natale, come richiesto dal Ministero della Salute. Ha esordito sabato scorso l’Asl TO5 di Chieri con l’ambulatorio in piazza Silvio Pellico, poi il giorno successivo è stata la volta di Torino col Centro Vaccinale Lingotto. Sabato 30 dicembre tocca a Chivasso e Ivrea. In orario 9-13 e 14-16 ci si potrà vaccinare a Chivasso (via Nino Costa 43) e a Ivrea (via Aldisio 2).
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