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Il progetto

Il padel che rilancia le periferie: «Ecco i nostri nuovi 4 campi»

Imprenditori a fianco della Nida per valorizzare la cittadella dello sport

campi da padel

I campi da padel di Falchera

A Falchera sbarca anche il padel. Trovando casa nei locali della cittadella della Nida (Nazionale Italiana Dell’Amicizia onlus) di via degli Ulivi 11, nata in ricordo di Beatrice e Stefania Naso.

I campi, ormai montati e pronti, sono stati donati dall’imprenditore Claudio Galuppini di ItalianPadel Wepadel24. Un investimento che premia la voglia di rivalsa delle periferie. «Il suo incontro - racconta il capitano, Walter Galliano -, ha dato speranza alla cittadella Nida, scatenando una reazione a catena di imprenditori che si sono messi a loro volta a disposizione per aiutarci ad aiutare. E in primavera Manuel Carabelli della ditta Sistemi Carabelli ci donerà la copertura dei campi».

Nella struttura sportiva al confine con la Circoscrizione 6 sono già presenti quattro campi da calcio a 5, due campi da tennis e uno da 8. E un campo da calcio a 11. Ma non finisce qui. Arriveranno i campi da beach volley e quelli da bocce mentre in primavera sarà pronto il campo polivalente basket-pallavolo (grazie a Ivan Brini, Ceo della Ditta Vaneton srl). Il progetto finale, approvato dal Coni dopo lungaggini burocratiche durate due anni, prevede anche uno studio di registrazione musicale, ristorante, palestra, sale di fisioterapia.

Il montaggio dei campi da padel

Un vero e proprio centro sportivo, culturale, aggregativo, di 40mila metri senza barriere architettoniche, che darà a tutti gli utenti che lo utilizzeranno, la possibilità di fare del bene divertendosi. E che rilancerà una volta per tutte un angolo dimenticato della Circoscrizione 6: parliamo degli ormai ex campetti abbandonati che per troppo tempo hanno dato notizia soltanto per questioni legate all’abbandono e al degrado.

«La vera magia della Nida - conclude Galliano -, non è purtroppo guarire i bambini malati, ma scovare i cuori buoni che aiutano, chi in un modo chi nell’altro, questi bambini a stare meglio».

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