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La visita
05 Gennaio 2024 - 05:00
Il prefetto Donato Cafagna insieme al parroco, don Andrea Bisacchi
«In Barriera di Milano si può invertire la rotta: contrastiamo il degrado con le attività della parrocchia e i controlli delle forze dell'ordine, che saranno sempre più frequenti e incisivi».
Si può sintetizzare così il pensiero del prefetto Donato Cafagna al ritorno dalla sua "visita" in Barriera di Milano, forse il quartiere più delicato di Torino per l'emergenza criminalità e spaccio. Neanche lui nega i problemi: «Quando sono arrivato a settembre, ho preso subito contatto con la parrocchia della Regina della Pace e ci siamo ripromessi che ci saremmo visti in questi giorni: per questo sono andato per vedere le iniziative che stanno organizzando al di fuori dell'oratorio, pensate per contrastare i fenomeni di spaccio».
La parrocchia sta facendo la sua parte ma ora serve l'intervento concreto delle istituzioni: «Stiamo pensando a recuperare degli spazi per creare un impianto sportivo a favore della parrocchia per favorire il coinvolgimento dei ragazzi: l'idea è che l'oratorio sia uno dei fattori contro il degrado, cui si deve aggiungere il recupero di un senso di comunità e di appartenenza in quelle zone». Però servono soprattutto le attività delle forze dell'ordine: «Certo, sono importanti le iniziative che stiamo conducendo con polizia, carabinieri e guardia della finanza: proprio ieri c'è stato l'ennesimo controllo ad alto impatto».
Al controllo a Barriera di Milano hanno partecipato 35 fra agenti e militari, che hanno controllato 76 persone, 31 veicoli e 4 negozi (soprattutto market bengalesi). Ci sono state tre contestazioni amministrative e fiscali, un italiano è stato arrestato per evasione dai domiciliari mentre un senegalese è stato sorpreso con 50 dosi di ecstasy pronte per essere vendute: anche lui è finito in manette per spaccio.
Questi numeri sono una risposta anche alle richieste di residenti e commercianti, a partire dagli ambulanti che sono più volte scesi in piazza per chiedere aiuto. E pretendere l'invio dell'esercito.
«Ho incontrato anche gli operatori del mercato di piazza Foroni, che mi è sembrato molto vivo e attivo. E' un presidio che va tutelato, cercheremo delle risposte anche ai problemi di quei 120 operatori e dei loro clienti». Quali potrebbero essere le soluzioni? «Il problema è quello che c'è intorno al mercato, il cosiddetto "triangolo dello spaccio". Stiamo lavorando, ragioneremo con loro e con la parrocchia. Intanto è importante essere presenti, dare un segnale e testimoniare che si vuole invertire la rotta. Non esiste un'unica soluzione: servono i controlli, che saranno sempre più frequenti e incisivi, ma anche iniziative positive che permettono di recuperare spazi che al momento sono destinati ad altro».
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