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Editoria & Business
11 Gennaio 2024 - 11:10
Quasi un anno fa, di questi tempi, il coordinamento dei comitati di redazione del Gruppo Gedi si scagliava contro l'amministratore delegato Maurizio Scanavino al grido di "siamo tutti in vendita". Nel mirino c'era la strategia ammessa di valutare e accettare offerte di acquisto di testate del gruppo. "Interpretazione capziosa" risposero dal board. Adesso, a distanza di undici mesi, tra le mosse di grandi imprenditori, le bordate del TG5 sulle perdite di copie e i sempre vivi strali di Carlo De Benedetti contro John Elkann - "Dei giornali non gli importa nulla" - si può dire che ci sono di certo grandi manovre in vista nel mondo della stampa italiana.
A cominciare è Antonio Angelucci, il re della sanità privata nonché parlamentare di centrodestra, che di recente ha lanciato una offerta "importante" per acquistare l'agenzia di stampa Agi dal gruppo Eni. E anche per Radio Capital che, al pari di Radio Deejay, Deejay TV e Radio m2o, fa parte di Gedi. L'obiettivo più ambizioso, però, sarebbe Repubblica, per la creazione di un polo quantomeno variegato, avendo Angelucci già Il Giornale, Libero e Il Tempo.
Tutte voci che nessuno dei diretti interessati si perita di confermare, come è normale che sia, con l'unica eccezione sempre di Carlo De Benedetti - lui la vendita della sua Repubblica, a opera dei figli, proprio non l'ha digerita - che periodicamente sostiche che Elkann ha comprato i giornali "soltanto per coprire la fuga di Stellantis dall’Italia. Per coprire la deindustrializzazione e la smobilitazione degli impianti produttivi automobilistici di un gruppo che ormai è francese".
Dopo la vendita di Espresso e Micromega, nonché delle testate locali come Il Piccolo, la Gazzetta di Mantova, Il Mattino di Padova, Messaggero Veneto, La Tribuna di Treviso, la Nuova Venezia, la cessione di Repubblica sarebbe certo clamorosa - al di là di una perdita certificata di copie che raggiunge il 18% - ma i rumors economici del momento riguardano un'altra testata, ossia Il Secolo XIX di Genova.
A interessarsi sarebbe Gianluigi Aponte, armatore re delle crociere con MSC, Mediterranean Shipping Company - che, tra le varie cose, ha anche sponsorizzato la Juventus nel caso servissero indizi su come gli attori in scena già hanno precedenti d'affari - e un patrimonio di 10 miliardi di euro. Originario di Sorrento ma con residenza in Svizzera, oltre agli interessi nel Porto di Genova e in compagnie di navigazione come Moby e Tirrenia, di recente Aponte ha acquisito Italo, allargando così la sua influenza nei trasporti. Il prossimo passo, si dice, sarebbe l'editoria.
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