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il provvedimento

Po colorato di verde: scattano le denunce per gli attivisti

Extinction Rebellion: «Chiamati anche la notte di Natale. Faremo ricorso al Tar»

Il fiume Po verde, una delle ultime azioni degli attivisti del clima

Il fiume Po verde, una delle ultime azioni degli attivisti del clima

Qualcuno è arrivato anche la notte di Natale, e in totale i provvedimenti sono un centinaio. Sono arrivati tutti insieme i fogli di via e le denunce notificati a un centinaio di attivisti di Extinction Rebellion, il movimento per il clima che utilizza la "disobbedienza civile non violenta" durante le sue azioni. Le notifiche riguardano quei membri di Extinction che hanno partecipato ad azioni negli ultimi mesi in varie città italiane, anche nella nostra Torino. Gli attivisti dichiarano di avere già iniziato le procedure di opposizione per via amministrativa e lanciano una conferenza stampa che si terrà mercoledì 17 gennaio davanti al Comune di Torino con avvocati e docenti di Unito: «Siamo stati chiamati anche durante la notte di Natale – riportano alcuni di loro – per notificare denunce surreali e misure di prevenzione del codice antimafia a persone totalmente incensurate».

Uno degli episodi è appunto avvenuto a Torino, il 29 novembre scorso, quando sette attivisti avevano occupato il tetto dell'Oval del Lingotto durante il meeting dell'Aerospazio per appendere delle bandiere della pace e un grande striscione con scritto "Qui si finanzia guerra e crisi climatica". Nove persone sono state denunciate con sei diversi capi d'accusa, quattro sono state espulse da Torino, e due hanno ricevuto un avviso orale, una misura di prevenzione che prelude alla sorveglianza speciale. «Misure previste dalla legge 59 del 2011, nota come Codice Antimafia, pensate per il contrasto alla criminalità organizzata, che vengono utilizzate oggi in maniera illegittima e impropria verso chi denuncia gli investimenti di stato nell’industria bellica», dichiara Marta, portavoce nazionale di Fridays For Future, anche lei destinataria di un avviso orale. «Misure - prosegue - rilasciate direttamente dal Questore, senza pregiudizi penali che li giustifichino, senza che vi sia la possibilità di esporre i fatti e senza la valutazione di un magistrato. Io sono stata definita socialmente pericolosa anche se completamente incensurata». 

Il record di denunce è di Roma e riguarda il presidio dell’ingresso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte di un centinaio di persone travestite da Pinocchio, svoltosi il 23 ottobre. In risposta sono arrivate in tutto 70 denunce, di cui una ventina riguardano persone di Extinction Rebellion Torino. I motivi? “Manifestazione non preavvisata” e “non ottemperanza con un ordine delle autorità”. Quest’ultimo riguarderebbe il rifiuto degli attivisti di andarsene, dopo essere stati intimati dalla polizia. «Il diritto di manifestazione è sancito dalla nostra Costituzione – commenta Bianca di Extinction Rebellion –. La legge prevede che una manifestazione possa essere sciolta solo se pone un problema di sicurezza e ordine pubblico. Sostenere che fosse lecito intervenire perché la manifestazione non era preavvisata significa ledere il diritto costituzionale al libero dissenso».

Ci sono poi gli episodi del 9 dicembre con le acque del Po ai Murazzi di Torino, ma anche del Canal Grande di Venezia e di altri fiumi nelle città italiane, colorate di verde con un "colorante naturale". Un’azione congiunta a diverse città d’Italia: Torino, Bologna, Roma e Milano. A Venezia l'azione ha causato la convocazione di 28 persone in questura per sei ore, ora denunciate con diversi capi di accusa, nello specifico per “violenza privata” e “sversamento di sostanze pericolose”. A questo si aggiungono altri cinque fogli di via, della durata di quattro anni, e avvisi orali. Il movimento annuncia di avere inoltrato i primi ricorsi al Tar per i fogli di via e gli avvisi orali. L’intenzione è di «proseguire così per tutte le notifiche ricevute». ᐧ

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