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Il processo
06 Febbraio 2024 - 07:00
Nel riquadro, Modaffari e Musolino
Prima ha svuotato i conti di 50 condomini, potandosi dietro debiti per milioni di euro. Poi ha preso a sprangate un fornitore che voleva essere pagato. Infine ha tentato di uccidere l’avvocato che gli chiedeva conto di tutti quegli ammanchi: sono le accuse “accumulate” dal 70enne Leo Modaffari, uno degli amministratori di condominio più conosciuti di Torino. Soprattutto dopo che, lo scorso 9 agosto, ha aggredito l’avvocato Eugenio Musolino durante un’assemblea a Falchera.
Secondo l’accusa, gli ha gettato addosso del liquido infiammabile e ha tentato di dargli fuoco: da quel giorno Modaffari è in carcere per tentato omicidio, nonostante lettere di scuse e richieste di trasferimento ai domiciliari. Assistito dall’avvocato Fabrizio Romano, ha scelto il rito abbreviato e in questi giorni il pubblico ministero Patrizia Gambardella ha presentato la sua richiesta di pena: «L’amministratore va condannato a dieci anni di carcere».
Il giudice per l’udienza preliminare dovrebbe emettere la sua sentenza fra dieci giorni: «La nostra tesi è opposta a quella del pm - spiega l’avvocato Romano - Il mio assistito si è scusato per il suo gesto assurdo ma voleva solo spaventare l’altra persona. Non c’era nessun intento e nessuna possibilità che capitasse quanto contestato. Ci sono delle perizie che danno forza alla nostra argomentazione». Cioè che il liquido non fosse infiammabile, al contrario di quanto sostenuto dall’accusa e da Musolino, costituito parte civile e assistito dal collega Michele Alessio Soldano: «C’era anche dell’alcol, poteva bruciare se l’accendigas non avesse fatto cilecca».
A sostegno della presunta personalità violenta di Modaffari, emerge un precedente inquietante: pochi giorni prima dell’aggressione all’avvocato, l’amministratore avrebbe preso a sprangate un giardiniere che si era presentato in studio chiedendo di essere pagato. Poi è finito in ospedale e ha sporto denuncia: «Parliamo di un uomo arrivato a 70 anni senza commettere reati, non violento ma provato dopo un periodo di conflitti» replica ancora Romano.
Il riferimento è alle accuse di aver sottratto milioni di euro dai conti dei condomini che amministrava, diventate denunce a partire da fine agosto. L’ultima querela è di qualche giorno fa: ora, sulla scrivania del pm Enzo Bucarelli, si sono accumulati 30 fascicoli per circa 50 condomini (cui si aggiunge un fornitore di gas, che lamenta un credito di quasi 4 milioni). L’indagine per appropriazione indebita è ancora in corso, con la Guardia di finanza impegnata a spulciare i conti correnti per ricostruire i movimenti del denaro: «Da noi, in dieci anni, è sparito più di 1 milione - ricorda Patrizia Alessi, consigliera della Circoscrizione 7 e residente in uno dei condomini che ha denunciato Modaffari, da cui è stato revocato per decisione del Tribunale - Perché i fornitori non ci hanno avvisati prima? E dove sono finiti questi soldi dopo essere usciti dai nostri conti? Chiediamo giustizia e che qualcuno paghi, che sia Modaffari o altri. Molti residenti sono disperati perché non sanno più coprire gli ammanchi».
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