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Il nodo dell'Automotive

Stellantis: John Elkann incontra Mattarella. Che cosa si sono detti?

Dopo la smentita di una nuova fusione e della cassa a Mirafiori, il presidente del Gruppo al Quirinale

Stellantis: John Elkann incontra Mattarella

Colpo di scena nei rapporti fra Stellantis e il governo: John Elkann ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un incontro molto importante, anche se viene detto che era programmato da tempo, che arriva proprio all'indomani della smentita da pare di Elkann di una fusione fra Stellantis e Renault. E delle sette settimane di cassa integrazione a Mirafiori.

A quanto si apprende, Elkann ha visto anche il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti, l'ambasciatore Usa in Italia Jack Markell, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Teo Luzi e il Governatore di Bankitalia Fabio Panetta. Elkann ha ribadito l'impegno per realizzare i progetti industriali in atto e per le attività di comune interesse oggetto del tavolo al Mimit.

I contenuti del colloquio, dunque, non sono ben chiari. Non si può non sottolineare, però, che se di confronto si è trattato sulla situazione della ex Fiat, dal governo era stata la premier Giorgia Meloni, e con lei il ministro Urso - che è l'interlocutore al Tavolo per l'automotive - ad auspicare un faccia a faccia con relative spiegazioni sui piani dell'Italia. Invece, Elkann salta la premier. E se l'incontro con il generale dei carabinieri, che di Stellantis è "cliente", appare normale, quali sono i contenuti dell'incontro con Giorgetti che si occupa delle finanze del governo? Forse l'ingresso dello Stato Italiano nel capitale di Stellantis per pareggiare il peso dei francesi?

Su questo, per quanto il ministro Urso si sia detto possibilista, c'è l'opposizione di un altro ministro, nonché vicepremier, ossia Matteo Salvini: "Ci siamo già entrati diciotto volte nel capitale" ha detto l'altro giorno, ricordando i diversi interventi di aiuto dello Stato alla Fiat e suoi eredi. In ogni caso, considerata la quota della Francia - ossia il 6,1% con oltre il 9% dei diritti di voto -, quanto costerebbe all'Italia questa operazione? Gli analisti sono sicuri: non meno di 6 miliardi di euro.

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