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LE REAZIONI
20 Febbraio 2024 - 13:44
Silvio Viale
"Stupida". "Stai zitta". "Non capisci un cazzo". Il caso Viale, il ginecologo e consigliere torinese accusato di molestie sessuali da quattro pazienti, scuote il consiglio comunale. Da quando la notizia delle presunte denunce a carico di Viale è apparsa sulle pagine dei giornali, si è scoperchiato il vaso di Pandora. Sono diverse le consigliere che hanno puntato il dito contro Viale e suoi atteggiamenti "maschilisti", "sessisti", "misogini" e "aggressivi" per utilizzare le loro parole.
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A cominciare dalla sua ex compagna di Lista, la consigliera Elena Apollonio (Demos). "Ci sono centinaia di verbali in cui Viale dimostra di essere un misogino" attacca Apollonio. I due erano stati eletti insieme nel 2021 della Lista Civica Lo Russo Sindaco e, solo dopo un anno di mandato, la consigliera ha deciso di staccarsi e passare al Gruppo Misto di maggioranza. "La giustizia farà il suo corso e su questo non voglio dire nulla - precisa Apollonio -, ma la mancanza totale di rispetto nei miei confronti di tutte le colleghe consigliere è sempre stata evidente durante le commissioni, nelle sedute della Capi Gruppo e anche in Consiglio". Apollonio prosegue: "Ha sempre avuto un atteggiamento sessista, maschilista e misogino in Comune, ma la mia non vuole essere una denuncia postuma, ma la logica spiegazione del perchè non potevo essere rappresentata da questo personaggio".
“Sei una cretina”
"Nei confronti delle donne ha avuto più volte atteggiamenti discutibili, aggressivi e inopportuni" conferma anche la vice presindete del consiglio comunale Ludovica Cioria (Pd) e fa riferimento a episodi che l'hanno coinvolta in prima persona. "E' capitato che siano volate parole grosse durante le sedute pubbliche del consiglio: Sei una stupida, una cretina, non capisci niente. Mentre nei confronti degli uomini l'atteggiamento era molto diverso. La violenza verbale è sempre violenza" spiega Cioria. "Lui non si è mai nemmeno scusato, nè pubblicamente nè privatamente, per i suoi comportamenti" aggiunge e poi precisa: "Senza nulla togliere ad alcune battaglie che ha portato avanti con il suo partito e che ho condiviso".
Non sono mancate le discussioni neppure con la consigliera Lorenza Patriarca (Pd). "In Consiglio comunale non lo chiamo mai consigliere, ma solo Viale, perché non ha un comportamento consono al ruolo che ricopre" racconta e precisa: "Quello di viale è uno stile chiassoso e teatrale purtroppo molto simile a quello di molti politici dei giorni nostri". Proprio Patriarca, dopo l'ennesima discussione in commissione con Viale aveva proposto l'adozione di un documento sul linguaggio da adottare durante le sedute. L'atto è rimasto nel cassetto, ma ora c'è già chi sostiene che Viale dovrebbe fare un passo indietro e "autosospendersi". Fa discutere anche la fotografia in mutande dopo un'operazione postata nella chat della maggioranza in consiglio.
Sessismo
"Affrontiamo il tema più in generale. Al di là del caso specifico" l'invito della capogruppo dei dem in consiglio Nadia Conticelli. "Minimizzare comportamenti sessisti crea terreno fertile perché si sviluppano atteggiamenti ben più gravi". E qui Conticelli riecheggia al caso di Giulia Cecchettin. "La politica dovrebbe prendere atto della pericolosità di certi atteggiamenti, che non sono più tollerabili. Specie per il centro sinistra deve farne una battaglia portante".
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