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IL CASO

Ora Viale si difende dalle accuse: «Processo pubblico, c'è un moralismo esasperato»

Il caso del consigliere comunale accusato di molestie

Silvio Viale

Silvio Viale

Nessuno si aspettava che il caso Viale venisse discusso durante una commissione pubblica del consiglio comunale. Tanto meno lui. "Non dico nulla se non che oggi non mi sarei aspettato un processo pubblico in piazza in questo modo" spiega Viale, con tono amareggiato. Poco dopo poi ritrova la sua solita verve e parla di "moralismo esasperato" di un certo mondo politico. A sollevare la questione questa mattina durante la seduta della commissione Pari Opportunità è stata la consigliera dei Cinque Stelle Valentina Sganga. 




"Togliamo il velo di ipocrisia sui lavori della commissione" attacca Sganga. "Sono state fatte dichiarazioni importanti da parte di un pezzo della maggioranza. Un tipo di accuse che, dal momento che sono state fatte pubblicamente, è giusto vengano affrontate" prosegue. "E' imprescindibile che si ponga una riflessione se davvero ci sono quel tipo di atteggiamenti all'interno del consiglio comunale di Torino. Dobbiamo capire come prevenire episodi di sessismo tra i colleghi. Io non ho avuto questa impressione, ma se qualcuno l'ha avuta è giusto parlarne".

La difesa del ginecologo-consigliere
"Sono alla mia quarta nomina in consiglio comunale" racconta Viale. "Ho avuto rapporti con decine di consiglieri comunali, anche donne" prosegue e precisa "rapporto politico, ovviamente". Rivolgendosi poi a chi ha lamentato comportamenti "sessisti e misogini", Viale denuncia  "l'animosità da parte di un gruppo di consigliere di maggioranza che dall’inizio della legislatura mi bersaglia di continuo".


Viale ha poi rivendicato di aver discusso con uomini e donne, indistintamente, in questi anni di consiglio. "A Torino è difficile trovare qualcuno con cui non abbia avuto problemi" rimarca il consigliere. "Ho avuto due note scritte di rimprovero da parte della presidente del consiglio comunale, ma non per questi motivi" ricorda. "I miei atteggiamenti sono politici, anche nel momento in cui alzo i toni" aggiunge. "Ho alzato i toni per bloccare una seduta, per ribadire una posizione, per fare ostruzionismo". Nonostante tutto, "mi considero ancora un membro della maggioranza nella sua pluralità. Ho subito detto a chi mi ha chiesto se sarei uscito dalla maggioranza che sono fedele al sindaco".

Quando poi gli vengono ricordati episodi in cui sarebbe stato offensivo nei confronti delle college, Viale risponde così (riprendendo il suo stile usuale): "Non ricordo l'episodio specifico, può essermi scappata una frase, ma se ci ripenso credo che potrei ancora avere ragione". E poi denuncia un "eccesso di burocratismo, che non c’era una volta, nella macchina comunale". 

Viale conclude infine distinguendo l'aspetto giuridico da quello politico e ha invitato - se necessario - a proseguire la discussione in sedi private. "Se qualcuno ritiene oggi che dopo due anni io abbia avuto atteggiamenti che avrebbero dovuto essere censurati, affrontiamoli pure ma in una seduta riservata, perchè non è un processo o una caccia alle streghe".

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