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LA POLITICA

Il Piemonte non è la Sardegna: il M5s fredda il Pd sull’alleanza

Mentre il centrodestra appare compatto intorno alla ricandidatura di Cirio

Domenico Rossi e Sarah Disabato

Domenico Rossi e Sarah Disabato

Il vento della Sardegna non arriva fino in Piemonte. Quando ancora la vittoria di Alessandra Todde (candidata del campo largo Pd-M5s) non era ufficiale, i dem piemontesi si stavano già organizzando per rilanciare l’alleanza.


«Uniti si può vincere, anche in Piemonte» il messaggio inviato nelle prime ore del mattino dal segretario regionale del Pd Domenico Rossi. «Siamo sempre stati disponibili a costruire un’alleanza senza nomi e schemi predefiniti» aggiunge Rossi che, dalla scorsa estate, cerca di tessere la tela del campo largo. L’unica condizione che ora esiste davvero è quella relativa alle tempistiche. «Serve subito uno scatto di responsabilità» conclude il segretario dei dem e la palla passa nel campo dei Cinque Stelle.


«Qui siamo in Piemonte e, come appare sempre più chiaro, la realtà è ben diversa» premette la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Sarah Disabato. Come a dire: il Piemonte non è la Sardegna. «Abbiamo sempre ribadito come non vi fosse alcun collegamento tra il nostro percorso e quello intrapreso in Sardegna o in altre regioni e oggi è bene rimarcarlo» va dritta al punto Disabato. Da parte del Pd non sono arrivate «le risposte che si aspettavano» sottolinea ancora Disabato e sembra mettere una pietra tombale sul discorso dell’alleanza giallo-rossa.

 

A chi poi le fa notare come il risultato della Sardegna dimostri che unirsi può essere la chiave della vittoria, replica: «Le convergenze non si costruiscono per battere qualcuno, ma per offrire un progetto serio e concreto ai cittadini». Intanto da sinistra, spinge l’onorevole Marco Grimaldi (Verdi Sinistra): «Serve un campo giusto, in Piemonte non ci sono alibi per non seguire l’esempio della Sardegna». Ma per unirsi bisogna essere d’accordo in due e i presupposti sembrano ancora fragili. "Se volete tornare nel “campo giusto”, noi siamo qui, scegliamo assieme un’altra collocazione per il nuovo ospedale di Torino Ovest" commenta il capogruppo del M5s in Sala Rossa Andrea Russi. 

 

Il voto in Abruzzo e Basilicata
Dopo la Sardegna ora si aspetta di vedere cosa succederà in Abruzzo dove si andrà al voto tra due settimane e, poi, in Basilicata. Due appuntamenti a cui anche il centrodestra guarda con rinnovato interesse. In Basilicata infatti dovrebbe essere blindata la candidatura del governatore uscente, fedelissimo di Antonio Tajani Vito Bardi (Fi). Il condizionale però è d’obbligo, dal momento che la Lega (scippata del candidato in Sardegna e vedendo a rischio anche Zaia in Veneto, in seguito al no di FdI al terzo mandato) potrebbe rivendicare un posto.

«In Piemonte abbiamo lavorato bene e il presidente Cirio ha dimostrato di poter governare bene per altri cinque anni» il commento dell’assessore regionale della Lega Fabrizio Ricca. A dimostrazione che gli umori - almeno in apparenza - appaiono sereni. «Percepiamo una buona solidità di apprezzamento rispetto a questi anni di governo, quindi siamo più tranquilli» gli fa eco l’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone. Non altrettanto sereni gli animi in Sardegna, dove i meloniani hanno chiesto il riconteggio dei voti in alcuni Comuni dell’isola.

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