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Il fatto

Un bando per rilanciare l'ex asilo abbandonato, ma chi pagherà per i lavori?

Preoccupano le condizioni dello stabile di Aurora, per 24 anni occupato dagli anarchici

asilo principe di napoli

L’asilo occupato è stato sgomberato nel 2019

Cinque anni dopo lo sgombero degli occupanti, l’ex asilo di via Alessandria (noto anche come “Principe di Napoli”) potrebbe rinascere trasformandosi in uno spazio socio-educativo. Il vincolo per aggiudicarsi il bando pubblicato a febbraio, con scadenza il prossimo 22 aprile, prevede che la struttura diventi sede di associazioni senza fini di lucro con una destinazione socio-educativa. Con progetti in grado di cancellare 24 anni di buio e problemi, tanto infatti è durata l’occupazione.

Il bando

E’ ciò che ha spiegato la vicesindaca della Città di Torino, Michela Favaro, in risposta all'interpellanza del capogruppo di Libero Pensiero, Pino Iannò. L’avviso è in pubblicazione sul sito istituzionale della Città alla voce “Comune affitta” e alla voce “appalti e bandi”. Vincolata - come detto - la destinazione a servizi di assistenza sociale (servizi per l’infanzia) e attività socio-educative (attinenti a carattere educativo in campo socio-assistenziale finalizzati a sostenere, attraverso percorsi educativi, ragazzi e ragazze le cui opportunità di crescita siano condizionate da fragilità di carattere sociale, economico o personale).

La concessione

L’immobile, inoltre, è oggetto di vincolo culturale imposto dalla Soprintendenza, questo per quanto concerne la conservazione della facciata. Il canone commerciale annuale è di 55.600 euro mentre la concessione durerà da un minimo di sei anni ad un massimo di 20. Ma non finisce qui.

Servono importanti interventi edili ed impiantistici «solo così - ha precisato Favaro -, l’immobile potrà essere utilizzato, in quanto al momento risulta essere in pessime condizioni». Tutti lavori che saranno a carico del futuro concessionario. «E’ passato un anno e mezzo dall’acquisizione dello stabile - ha replicato Iannò -. Ho qualche dubbio su questo bando e sul costo che potrebbe prevedere una eventuale messa in sicurezza».

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