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Automotive
06 Marzo 2024 - 07:00
Un gioiello da oltre 2 miliardi di euro. Che però potrebbe valere molto di più se piazzato sul mercato. Così si può descrivere la situazione di Comau, la storica azienda di automazione del gruppo Stellantis, che si avvia a un cambiamento decisivo per la propria storia. Tanto che in ambiente sindacale il grido è: "No a un'altra Marelli".
Solo pochi giorni fa, Comau aveva annunciato la sinergia con Leonardo per un progetto di ricerca nel settore aerospaziale e, quasi contemporaneamente, era arrivata la notizia del premio di produzione ai dipendenti fino a 2.400 euro sul mese di aprile. Parliamo di una società che cuba 1,1 miliardi di euro l'anno e investe in ricerca e sviluppo il 20% del fatturato. Un gioiello, appunto, per Stellantis. Che però potrebbe venderla - almeno in parte - e, stando ai rumors dell'ambiente, ci sarebbe già pronto un grosso nome cinese pronto a entrare come nuovo socio.
"Stellantis deve fornire risposte chiare e inequivocabili" ha detto Ferdinando Uliano, responsabile nazionale per l'automotive di Fim Cisl, intervistato dalla testata Industria Italiana. Risposte chiare, altrimenti, "potremmo chiedere al governo di esercitare il Golden Power". Ossia quello strumento per cui il governo può bloccare la vendita all'estero di aziende considerate strategiche.
E i robot di Comau lo sono realmente, strategici, sia per l'industria dell'automotive sia per l'aerospazio (che lavora anche per la Difesa). Ma da tempo Stellantis ha spiegato di avere intenzione di procedere a uno spin off di Comau dal Gruppo o passare alla quotazione in Borsa. L'ipotesi ventilata è che tra Exor, famiglia Peugeot e i cinesi di Dongfeng - ossia gli stessi di Stellantis -, si mantenga un 30% della società, destinando il restante come flottante sul mercato. Quindi, a disposizione sia di uno dei soci stessi - magari proprio Dongfeng - sia di investitori.
Rumors o qualcosa di più concreto? A Industria Italiana Uliano ha ribadito quanto sostenuto da tempo, ricordando che "il 30 ottobre abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Comau, Gorlier, e lo abbiamo incalzato sulle sorti di Comau. Lui ci ha risposto genericamente che Stellantis punta sull’ipotesi dello spin-off, che si realizzerebbe poi con la quotazione di Borsa. Noi abbiamo chiesto che, in questo caso, l’attuale azionista mantenga il controllo della società, così come è accaduto con Ferrari, Iveco, Cnh, che sono state messe sul mercato ed è stato mantenuto il controllo. Insomma, quello che non vogliamo è un altro caso Marelli". Per la quale era stata ventilata la quotazione in Borsa e poi invece è arrivata la cessione ai giapponesi di Calsonic Kansei.
"D’altra parte - ha proseguito Uliano -, abbiamo chiesto garanzie di continuità industriale e occupazionale. Nel caso in cui nessuno ci rispondesse, o nel caso in cui le cose prendessero una piega diversa da quella virtuosa dello spin-off con mantenimento del controllo societario, chiederemo al governo di esercitare il golden power".
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Pietro Gorlier, CEO di Comau, ai sindacati, sempre nell'incontro dello scorso ottobre, ha detto che Comau prevede nei prossimi cinque anni prevede un ulteriore incremento del business legato all’elettrificazione, compresa la realizzazione di nuove Gigafactory. E che "l’Italia rimane il baricentro di Comau".
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