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La crisi dell'automotive

Stellantis in sciopero: "Così non ci saranno più auto a Mirafiori"

I sindacati chiedono al Comune di farsi portavoce delle loro preoccupazioni. Il piano di Tavares non li convince

Mirafiori tra crisi e speranza: i sindacati alzano la voce

In un clima di crescente preoccupazione e tensione, venerdì 12 aprile è in programma lo sciopero generale del settore automotive, un grido di allarme lanciato dal cuore industriale del nostro Paese, non solo di Torino: lo storico stabilimento Stellantis di Mirafiori.



La mobilitazione non coinvolge soltanto i sindacati confederali dei metalmeccanici, Fiom, Fim-Cisl e Uilm, ma anche altre sigle come Ugl e Fismic-Confsal, oltre all'associazione dei quadri e dei capi Fiat. Un fronte unitario, che traccia un quadro drammatico della situazione, ma che non rinuncia a lanciare un messaggio di speranza: "Siamo ancora in tempo per invertire la rotta", ha dichiarato Giovanni Mannori della Fiom.



Durante una seduta della 3° commissione del consiglio comunale, e proprio nel giorno in cui il CEO Carlos Tavares preannuncia il piano da 240 milioni per Mirafiori, i rappresentanti dei sindacati hanno lanciato un appello alla città di Torino, chiedendo di farsi portavoce delle loro istanze presso i livelli istituzionali superiori. Hanno parlato di una realtà "drammatica", segnata da una riduzione del numero di addetti a sole 12mila unità e dal ridimensionamento della produzione Maserati. A preoccupare è anche la trasformazione di Mirafiori in un "automotive park", un luogo dove svolgere attività legate al mondo dell'auto, ma senza produrre automobili (anche se Tavares ha sottolineato che comunque "Mirafiori resterà un luogo di produzione".

Igor Albera di Fim-Cisl ha espresso la contrarietà dei sindacati rispetto alle scelte di politica industriale di Stellantis: "L'intenzione dell'azienda è quella di trasformare Mirafiori in qualcosa che sicuramente non ci piacerà". La soluzione? "Sviluppo, concretezza e nuove vetture senza annunci vari", ha affermato Sergio Di Ruzza della Uilm. "Senza nuove prospettive dovremo inventarci qualcosa perché i contratti di solidarietà non basteranno più".

Il presidente della terza commissione del consiglio comunale, Pierino Crema, ha proposto di elaborare un documento condiviso su questa situazione drammatica. Una proposta accolta con favore dai colleghi, un segnale che la città è pronta a sostenere i lavoratori di Mirafiori. La crisi di Mirafiori non è solo un problema economico, ma tocca il cuore stesso della nostra società, mettendo in gioco il futuro del lavoro e del made in Italy. E' un grido che, come ha dichiarato Giovanni Mannori, "arriverà sotto il Comune"

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