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La crisi di Mirafiori

"Parlate di rilancio e mandate via la gente? Ora dovete chiarire". Così l'arcivescovo sfida Stellantis

Monsignor Repole, che già aveva chiesto di incontrare Elkann, sul caso dei 1.520 esuberi del Gruppo

"Parlate di rilancio e mandate via la gente? Ora dovete chiarire". Così l'arcivescovo sfida Stellantis

Anche l'arcivescovo di Torino torna a parlare del caso Stellantis: lo fa dopo l'annuncio dell'accordo per 1.520 uscite volontarie (incentivate) di operai e impiegati dalle società del gruppo. Un intervento significativo, soprattutto considerando che fu lui, pochi mesi fa, a chiedere a muso duro spiegazioni sui piani dell'ex Fiat per Torino, chiedendo addirittura un incontro con John Elkann.

«La notizia di altri 1.520 posti di lavoro in esubero nelle sedi torinesi di Stellantis, in particolare a Mirafiori, è purtroppo una doccia fredda per Torino in questi giorni che dovrebbero portarci alla festa e alla serenità della Pasqua». scrive monsignor Roberto Repole. «Torno a domandarmi e a domandare quali siano i veri progetti per Mirafiori: un eventuale piano di rilancio della produzione non è in contrasto con la continua riduzione dei posti di lavoro?». 

E poi, facendo suoi anche i dubbi che noi per primi avevamo lanciato, a proposito del piano da 240 milioni di euro denominato Mirafiori Automotive Park 2030, monsignor Repole aggiunge: Il rilancio e la produzione di nuovi modelli di auto richiederebbe tra l’altro adeguamenti industriali con tempi lunghi di realizzazione, anche di anni: cosa accadrà nel frattempo degli operai in cassa integrazione, persone alle quali va il mio primo pensiero in questo momento? Saranno conservati in attesa al loro posto?»

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