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La crisi dell'auto
03 Aprile 2024 - 13:02
L'annuncio di per sé è clamoroso. Dopo aver congelato il progetto mesi fa, adesso Stellantis risveglia la Maserati Quattroporte (elettrica). E la destina a Mirafiori, a partire da giugno. Assieme alla nuova piattaforma per l'elettrificazione della Quattroporte Folgore, derivata dalla supercar elettrica del Tridente, e una "produzione a tre cifre" per la 500e.
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E' stato Davide Mele, responsabile Corporate Affairs del gruppo automobilistico, a parlarne al tavolo al Mimit con il ministro Adolfo Urso. "Mirafiori è il cuore pulsante di Stellantis in Italia" ha detto.
Per la precisione, entro giugno inizieranno i lavori per l'allestimento delle piattaforme per i nuovi modelli. Come sottolinea la Uilm, "la futura Maserati Quattroporte elettrica partirà difatti fra molti anni; quanto alle altre recenti iniziative industriali, come la economia circolare o la fabbrica del cambio ibrido, sicuramente offrono nuove occasioni apprezzabili di lavoro, ma da sole non sono sufficienti ad un rilancio di Torino".
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Urso: obiettivo 200mila vetture
"C'è la necessità che nello stabilimento di Mirafiori si possano produrre almeno 200mila vetture" ha ribadito il ministro per le Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del tavolo al Mimit sullo stabilimento Stellantis di Mirafiori. "In una logica nazionale significa raggiungere l'obiettivo, confermato più volte dall'azienda, di un milione di veicoli realizzati in Italia"
"Al tavolo di oggi è emersa una condivisione del sistema piemontese e del sistema Italia" ha aggiunto Urso, spiegando che la settimana prossima sarà a Torino.
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Un nuovo modello per il mercato italiano, realizzato a Torino
Un'auto che risponda alle esigenze del mercato italiano, realizzata a Torino. Questo l'appello di Urso all'azienda. "Attualmente a Torino si producono modelli, come la 500 elettrica e la Maserati, peraltro in riduzione produttiva, che sono rivolte sostanzialmente al mercato estero - ha ricordato il ministro -."Chiediamo che ci sia un modello di auto competitivo e rispondente alle esigenze del mercato interno, anche alla luce degli incentivi sulle auto" che stimolano proprio il mercato interno.
E ancora: "E' necessario che Stellantis chiarisca con quali modelli, con quale produzione e livelli occupazionali si possa raggiungere questo obiettivo. Siamo all'inizio di un percorso da percorrere in breve tempo, servono risposte chiare sulla base delle quali realizzare un piano nazionale sull'automotive che consenta la salvaguardia della filiera e dell'indotto".
La reazione dei sindacati
“Per l’ennesima volta hanno ribadito gli stessi concetti. Ma il Battery Technology Center, l’Hub di Economia Circolare, la produzione di cambi elettrificati DCT, l'incertezza delle future produzioni delle Maserati 100% elettriche, la sola produzione della 500 Bev, non sono assolutamente sufficienti per garantire l'occupazione e il rilancio di un polo storico della produzione italiana di auto" commenta Edi Lazzi, segretario generale Fiom-Cgil di Torino al termine dell'incontro. "Il rischio è che tra sette anni Mirafiori chiuda per consunzione in quanto tutti gli addetti saranno in pensione. Questo determinerebbe l'ulteriore impoverimento di Torino”.
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Allo stesso modo, anche Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil invocano l'intervento dell'amministratore delegato Carlos Tavares: "Che sia convocato a Palazzo Chigi per chiarire le reali intenzioni del gruppo in Italia".
“È stato un incontro, purtroppo, solo interlocutorio” dichiara il segretario nazionale Uilm e responsabile del settore auto, Gianluca Ficco. “Noi abbiamo appreso con soddisfazione che il ministro sta finalmente per varare gli incentivi al consumo e speriamo che questo possa rilanciare il mercato, in una fase di oggettiva difficoltà e, quindi, influire positivamente anche sulla produzione italiana – aggiunge -. Ma abbiamo anche ribadito che per Torino resta assolutamente necessaria la allocazione di una nuova vettura a larga produzione, possibilmente anche una vettura ibrida, perché il Full Electric stenta, almeno in questa fase, a imporsi sul mercato”. Inoltre, “chiediamo tutele per i lavoratori dell'indotto, perché sono proprio loro a essere quelli maggiormente a rischio”,
+++ notizia in aggiornamento +++
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