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Gli Elkann e l'accusa a sorpresa ai pm: «Dovevate indagarci prima». Ma il giudice...

Nuovo colpo di scena nell'inchiesta sull'eredità di Marella Caracciolo e Gianni Agnelli

Gli Elkann e l'accusa a sorpresa ai pm: «Dovevate indagarci prima». Ma il giudice...

Tempi e modi delle iscrizioni nel registro degli indagati sono stati corretti. E la perquisizione a casa di John Elkann è stata eseguita «con le massime garanzie».

Così il giudice Antonio Borretta ha blindato l’inchiesta della Procura sull’eredità di Gianni Agnelli e di sua moglie Marella Caracciolo, esprimendosi sulla “istanza di retrodatazione della notizia di reato” presentata da John, Lapo e Ginevra Elkann. Secondo i loro legali, i tre fratelli avrebbero dovuto essere iscritti nel registro degli indagati il 23 dicembre 2022, quando la madre Margherita Agnelli ha depositato l’esposto (o al massimo a maggio 2023, quando sono stati iscritti il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs von Gruenigen). Il turno di John Elkann è arrivato solo il 7 febbraio 2024, il giorno prima della perquisizione a casa sua. Quello di Lapo e Ginevra un mese dopo.

Secondo la difesa, i pm hanno condotto accertamenti senza indagarli formalmente. Se il giudice avesse sposato quella tesi, tutta una serie di atti sarebbero stati nulli. E l’inchiesta sarebbe praticamente crollata. Ma il gip «non ha ravvisato ritardo» perché l’attività investigativa è stata svolta per capire se l’esposto fosse fondato. Ora i pm sono convinti che Margherita Agnelli abbia colpito nel segno. Ma l’unica “persona offesa”, per ora, resta l’Agenzia delle Entrate.

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