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Il Borghese
16 Aprile 2024 - 05:50
Sarà Fiat il partner di Torino Capitale della cultura d’impresa. Un accordo quasi scontato, visto che Torino ha ottenuto l’incoronazione da Confindustria per questo 2024, mentre Fiat festeggia - a luglio - i 125 anni dalla sua fondazione. Ma cosa significa?
Dal lato meramente pratico di tratta di una serie di incontri e convegni sul tema dell’edizione, che è “Spazio al futuro”, perché, recita la presentazione di Confindustria, «intende coniugare la grande tradizione manifatturiera e metalmeccanica con le nuove frontiere di sviluppo e di specializzazione aperte dalle transizioni in atto». E come simbolo di questo futuro cosa c’è? Una Fiat 500 elettrica, che sarà posizionata nel cuore della mostra “Torino al futuro” al Museo del Risorgimento. Giusto, in fondo. Nel momento in cui la produzione Fiat è forse ai minimi storici a Torino, con cassa integrazione, esuberi trasformati in incentivi alle dimissioni, mettiamo in mostra il flop - lo dicono i dati di vendita - simbolo della situazione che Torino sta vivendo.
Anche l’altro giorno a Mirafiori, prima di cedere a un selfie che - con il senno di poi- sarebbe stato meglio risparmiarsi, il sindaco Stefano Lo Russo ha sottolineato che Torino è una «città del fare». Cultura industriale e vocazione manifatturiera non si cancellano, soprattutto se nessuno è stato capace di individuare una alternativa seria, tutti convinti forse che Mamma Fiat sarebbe stata eternamente qua. Invece, forse bisogna metterselo in testa: Fiat non è più qui, perché quella Fiat non esiste più, è un brand di un colosso globale che si chiama Stellantis. «A Torino ci sentiamo a casa» ha detto il ceo Carlos Tavares. Non in fabbrica.
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