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Economia & Ambiente
18 Aprile 2024 - 16:30
Il prezzo del caffè continua a salire: +11,8% in una settimana, +33% in un mese, +165% in cinque anni, l'Arabica è al massimo negli ultimi due anni, mentre per il "Robusta" siamo ai massimi storici. Gli analisti concordano che ormai c'è in atto una speculazione, ma il timore di tutti è un altro: che succederà alla tazzina di espresso al bar?
Per capire cosa sta accadendo dobbiamo partire da Brasile e Vietnam, due dei maggiori produttori al mondo. La regione brasiliana di Minas Gerais, che rappresenta circa il 30% del raccolto di Arabica del Brasile, ha registrato precipitazioni al di sotto della media storica, alimentando le preoccupazioni per la produzione della qualità più diffusa nel mondo. Nel frattempo la produzione di Robusta in Vietnam, il principale produttore mondiale di questo tipo di chicchi di caffè, registra un calo del 20%, sempre a causa della siccità. In pratica, spiega il Dipartimento dell'Agricoltura di Hanois, questo sarà il raccolto più povero degli ultimi quattro anni e anche le esportazioni sono in calo del 20%.
La ridotta disponibilità della materia prima fa impennare subito i prezzi, ma in questo caso a influire c'è l'acquisto da parte di fondi di investimento, che hanno già fiutato l'ipotesi di un trend rialzista. Tuttavia, c'è anche il rischio che a lungo andare, annota l'agenzia Gea, possano aumentare le pressioni di liquidazione in caso di ribasso dei prezzi. Lo scenario è quello di una bolla finanziaria come quella che ha spinto alle stelle i prezzi del cacao.
E al bar? Per il momento non si lamentano ancora corse al rialzo, in quanto la disponibilità sul mercato - dovuta anche alle scorte - non sembra aver risentito troppo. Alcuni grandi marchi, come Lavazza, hanno annunciato di non prevedere rialzi alla fonte. Ma se la corsa dovesse proseguire, sarebbe di certo l'utente finale a pagarne il prezzo.
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