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IL CASO

E’ polemica sul Fondo Vita Nascente, Pentenero: «Se divento presidente, lo tolgo»

Cirio tira dritto: «Strumentalizzare è un errore diabolico». Disabato all’attacco

Gianna Pentenero e Fatima

Gianna Pentenero e Fatima

«Se divento presidente, non lo tengo». Parla del Fondo Vita Nascente, la candidata presidente del centrosinistra Gianna Pentenero, in occasione del lancio della sua campagna per le regionali di giugno all’OffTopic. «Mette a disposizione delle donne una cifra molto modesta, del tutto insufficiente per compiere una scelta anziché un’altra (in materia di gravidanza ndr)» prosegue Pentenero. «Ritengo che sia più utile lavorare sullo Ius scholae, come ha ribadito più volte il sindaco Lo Russo - conclude -. È così che si affronta il problema della denatalità. Non con il Fondo Vita Nascente della destra».

Pentenero ha poi chiamato sul palco dell’Off Topic la sua amica Fatima, una giovane nata in Marocco e in Italia dall’età di due anni, priva di cittadinanza italiana, ma insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica per il suo impegno con i bambini durante il Covid. Recentemente Fatima è stata anche cooptata nel consiglio di gestione della Compagnia di San Paolo, e per questo è stata festeggiata da Pentenero.

Sul caso del Fondo Vita Nascente, interviene anche la candidata dei Cinque Stelle Sarah Disabato, che circa due mesi fa ha chiesto un accesso agli atti per osservare la rendicontazione del Fondo regionale. «Nella documentazione abbiamo rilevato due tipologie di criticità - premette -. In primis non abbiamo trovato criteri oggettivi sulla base dei quali avviene l’assegnazione dei contributi ai beneficiari della misura. Questo rende il tutto poco trasparente in quanto parrebbe siano le associazioni a decidere in modo arbitrario a chi elargire contributi, per quale finalità e in quale misura». In alcuni casi «abbiamo trovato migliaia di euro erogati per pagamenti legati agli affitti, bollette, mutui, spese condominiali e per sanare debiti. Addirittura risultano esserci pagamenti per spese mediche quando basterebbe indirizzare le donne all’interno di luoghi pubblici come i consultori dove i servizi di assistenza e cura sono garantiti gratuitamente, grazie il lavoro svolto da professionisti altamente qualificati».

Il presidente Cirio, dal canto suo, ribadisce quanto già detto nei giorni scorsi: «Mi dispiace molto che il dibattito di questi giorni sia incentrato su questi temi. Lo trovo un errore diabolico. Nessuno deve strumentalizzare la tragedia che una donna vive quando si trova di fronte al momento della scelta. In ogni caso, abbiamo una legge, la 194, e le leggi si rispettano».

"La destra rischia di inficiare strumentalmente il decreto Pnrr come slogan elettorale rivolto ai movimenti per la vita. E intanto tagliano i fondi sui consultori, che sono i luoghi della prevenzione per la salute riproduttiva delle donne, e che nella sola città di Torino negli ultimi 5 anno sono stati dimezzati" tuona Nadia Conticelli, capogruppo Pd Città di Torino. "Il Fondo ripresa e resilienza, come i fondi per la sanità devono essere impiegati per la costruzione degli ospedali e l’assunzione del personale sanitario. È così che si tutelano le famiglie e si garantiscono i diritti tutelati dalla Costituzione"

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