Cerca

Economia & Politica

Patti segreti e nomine, ecco quanto vale un posto nelle Fondazioni

Terremoto Crt, i 12 congiurati e i consiglieri ex magistrati: "Ora fate piazza pulita"

fondazioni

Il terremoto di Fondazione CRT, con il rischio commissariamento più vivo che mai, e le lunghe trattative per i vertici di Compagnia San Paolo, fra statuti che riconoscono prerogative alla politica, prassi consolidate e schieramenti contrapposti, hanno messo in luce un aspetto che forse pochi conoscono di quelli che, a tutti gli effetti, sono centri di potere della città. Nonostante le finalità filantropiche e sociali, ci sono in primo piano le questioni economiche: chi viene scelto o cooptato per prendere determinate decisioni sa che deve decidere sull'impiego di milioni e milioni di euro. E per questo viene ricompensato. Vediamo in che modo.

Partiamo dalla Compagnia di San Paolo, che ha recentemente rinnovato i suoi vertici. Scegliamo il bilancio d'esercizio del 2022, che è l'ultimo disponibile on line, per semplicità e per consentire anche a voi lettori di vedere direttamente. Alla voce "oneri", la Compagnia di San Paolo ha speso nel corso dell'anno 19 milioni e 929mila euro e rotti, di cui oltre un 9 milioni e 691mila euro per il personale, un milione e 112mila euro per consulenti e collaboratori esterni (quasi il doppio dell'anno precedente) e poco più di un milione di euro per compensi e rimborsi spese degli organi statutari.

Per il presidente sono stati spesi 94.922 euro lordi, per il Consiglio Generale 401.950, per il Comitato di Gestione 259.392, 216.204 al Collegio dei Revisori, 36.965 per l'Organismo di Vigilanza. 

L'emolumento annuo per il presidente è di 70mila euro (adesso è il docente del Politecnico Marco Gilli), cui si aggiungono 400 euro di gettone di presenza a ogni riunione del Comitato di Gestione o del Consiglio Generale. Per il vice è di 42mila euro, stesso cifra per ogni singolo componente del consiglio di gestione (sono cinque).

Per il Consiglio Generale non c'è una retribuzione fissa per i 17 membri, ma una "medaglia di presenza" di 1.600 euro per ogni riunione e di 1.200 per le presenze in commissione. 

Il presidente del Collegio dei Revisori è compensato con 48mila euro l'anno (oltre ai 400 euro di gettone di presenza) e ognuno dei tre revisori ne riceve 36mila.

Per quanto riguarda Fondazione CRT, dove ora il ministero dell'Economia e la Procura di Roma (dopo l'esposto dell'ex presidente Fabrizio Palenzona) indagano sull'esistenza di un presunto "patto occulto" fra consiglieri per gestire le varie nomine negli organi dell'ente e nelle sue controllate, il presidente del Consiglio di amministrazione ha un compenso di 90mila euro e rotti, il vicepresidente 54mila euro, i consiglieri 43mila. Ogni seduta è compensata con un gettone di presenza di mille euro.

I dodici congiurati in Fondazione Crt. "Ora basta, fate pulizia"

Erano almeno una dozzina - su diciotto, mentre l’ultima seduta li ha portati a ventidue, come da Statuto - i “congiurati” in Fondazione Crt, ossia i consiglieri che avrebbero aderito al cosiddetto “patto oscuro” per manovrare il meccanismo delle nomine nei vari organi statutari ma soprattutto nelle controllate, da Ogr a Ream. E che hanno portato alle dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona.
Il numero è quello che si desume dai documenti stessi della Fondazione: a tirarne le fila era il consigliere Corrado Bonadeo (che si era dimesso), ma è stata solo una sua iniziativa o era il “reclutatore”? «Bisogna fare pulizia» è il diktat che arriva da due ex consiglieri.
Si tratta di ex magistrati, che hanno scritto due lettere al presidente a interim, Maurizio Irrera, il quale ha convocato due riunioni per fare il punto sulle richieste del ministero per fare luce sul patto e sugli eventi recenti.
«Esprimo profonda indignazione - scrive Arturo Soprano, presidente emerito della Corte d’Appello di Torino - per la grave condotta di alcuni consiglieri della Fondazione» e auspica che «l’inchiesta del Mef e l’indagine avviata dalla Procura di Torino (che andrà a Roma, competente per il territorio dell’organo di vigilanza, ossia il Mef) consentano, fino alle estreme conseguenze, di fare pulizia nella fondazione». Massimo Terzi, anche lui ex magistrato e convocato per il Consiglio d’indirizzo, scrive: «Chiedo conferma che prima della riunione del consiglio di indirizzo del 30 aprile, anche al fine di valutare se parteciparvi, saremo tutti messi a conoscenza delle dichiarazioni rese da ciascun componente degli organi della Fondazione in ordine alla sussistenza di un conflitto di interesse con riguardo alla richiesta pervenuta dall’Autorità di Vigilanza.

Nel Consiglio di Indirizzo, che è quello per cui c'è stata la spaccatura anche in senso istituzionale - riguardante i nomi indicati da Comune e Regione - e al quale avrebbero puntato i "congiurati", il gettone di presenza per ogni seduta è di 2mila euro.

Altro capitolo, le controllate. A cominciare da Ogr, le cui nomine sono state decise in autonomia dal Cda, dopo che Palenzona si era chiamato fuori (poco prima di dare le dimissioni): il presidente è retribuito con 20mila euro, l'amministratore delegato 50mila circa (il nuovo nominato, Davide Canavesio, ricopre entrambe le funzioni), ogni consigliere con poco meno di 12mila euro.

Ecco perché, al di là del prestigio in fumo, il commissariamento dell'ente - decisione che spetta al ministero in quanto organo di vigilanza - sarebbe davvero un pessimo affare. In questi giorni, il presidente a interim Maurizio Irrera ha convocato sia l'ex consiglio d'indirizzo - tranne uno dei "congiurati", già obbligato alle dimissioni - sia il cda per decidere le mosse in risposta alle richieste del Mef. Ed entro il 7 maggio deve insediarsi il Consiglio per decidere sul nuovo segretario generale, mentre entro il 20 maggio deve essere scelto il successore di Palenzona. Una corsa contro il tempo. 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.