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IL CASO
04 Luglio 2024 - 17:51
Rapporto Ires
Una regione sempre più anziana e meno competitiva nel mondo del lavoro. Il rapporto annuale, presentato ieri mattina dell’Ires Piemonte, mette in luce le criticità legate all’invecchiamento della popolazione piemontese. Nonostante un saldo migratorio positivo, la regione sta affrontando una riduzione delle nascite e un aumento considerevole degli anziani. Questo fenomeno solleva interrogativi sulla sostenibilità del carico sociale per le fasce giovani e attive.
Nel dettaglio, l’indice di dipendenza, che misura il rapporto tra la popolazione anziana e quella in età lavorativa, è aumentato di undici punti negli ultimi venti anni, raggiungendo il valore di 43 nel 2023, ed è destinato a crescere ulteriormente. Anche la disponibilità futura di lavoratori e lavoratrici sarà ridotta a causa delle dinamiche demografiche.
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«La denatalità è uno dei temi su cui dobbiamo lavorare: supportare la qualità della vita e la crescita della regione è il primo stimolo per invertire quella curva che altrimenti rischia di mettere in crisi una Nazione che deve invece essere orgogliosa» ha commentato il vice presidente Elena Chiorino, durante la presentazione della relazione annuale di Ires Piemonte. «Guardiamo al futuro con fiducia e ottimismo: il declino è una scelta e noi, con orgoglio, continuiamo a credere che questa nazione e regione possano e debbano continuare a crescere - prosegue -. Siamo concentrati e determinati, lavoriamo con tenacia per raggiungere questi obiettivi».
L’andamento demografico poi ha ripercussioni importanti sull’andamento del mercato del lavoro. Secondo le ultime stile, in Piemonte, la popolazione in età da lavoro diminuirà nei prossimi 20 anni del 16%, che significa quasi un punto percentuale all’anno. «Non dobbiamo sprecare nessuna risorsa e dobbiamo investire su quel che abbiamo. Le immigrazioni sono un’opportunità e lo sono state», ha spiegato Maria Cristina Migliore dell’Ires. Secondo i dati forniti dall’ Istituto, nel 2044, la popolazione nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 64 anni passerà da 2.622.408 a 2.174.868. Al contrario, gli over 65 aumenteranno dall’attuale 1.125.801 a 1.386.172.
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