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La crisi dell'automotive

Stellantis, un "rapporto shock" sulla produzione? Ecco cosa succede oggi

Ultima settimana di lavoro a Mirafiori per mancanza d'ordini. Mentre il ministro Urso "italianizza" le auto cinesi annullando i dazi dell'Europa

Stellantis, un "rapporto shock sulla produzione"? Ecco cosa succede oggi

Inizia l'ultima settimana di lavoro a Mirafiori, prima dello stop anticipato che si legherà alle ferie di agosto. Fino al 25, dunque, nessuna auto uscirà dalle Carrozzerie, dove si fermeranno 3.500 lavoratori (quasi la metà in contratto di solidarietà). Ma oggi è anche il giorno di quello che gli ambienti sindacali definiscono un "report da brividi" sulla produzione di Stellantis.

Nello specifico, si tratta del report relativo al primo semestre della produzione in tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo, dunque non solo Mirafiori ma anche Pomigliano (che in realtà sarà trainato dalla Fiat Pandina), Atessa con i veicoli commerciali e naturalmente Cassino, dove continuano gli stop. A presentarlo, questa mattina alle 11, a Torino, sarà la Fim Cisl nazionale, che si propone anche di analizzare come, nonostante il balzo degli incentivi, la situazione resti difficile.

Esauriti in poche ore quelli per l'elettrico, Stellantis sconta una mancanza di ordini. Dalla sede torinese del Gruppo spiegano che pure la "Fiat 500e sta ottenendo ottimi risultati: in Europa, in cinque mesi, nel segmento City Car BEV quattro auto acquistate su 10 sono 500e". Anche se lo stesso segmento ha subito, rispetto al 2023, un calo del 37%.  A taccuini chiusi, persone fidate in ruoli direttivi ci dicono che "Ovviamente Stellantis ha tutto l'interesse a produrre di più e vendere di più, siamo legati al mercato. Scegliere di produrre la nuova 500 Ibrida a Mirafiori dimostra questo interesse, nonché la nostra responsabilità sociale".

Scenario complesso, con i sindacati che invocano nuovi modelli ma un mercato che non sembra poterli assorbire. Con il paradosso del ministro Adolfo Urso che, bastonando Stellantis per l'Italian Sounding, nel momento in cui l'Europa impone i dazi alle auto cinesi, lui - in un incontro Cina - rivendica la Cina come partner e dice che "le auto che vorranno produrre qui saranno italiane". Come se volesse spingere Stellantis a usare Leapmotor - che già produce la T03 in Polonia - a portare qui il suv C10 oppure l'ancora inedita A12 di segmento B. Di certo, non è sembrata l'uscita più opportuna del mondo, per quanto non priva di logica.

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