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Politica & Territorio

Chi sono i sindaci più amati? Ecco la classifica (e dove si piazza Torino). Lo scivolone di Lo Russo

I dati della Governance Poll 2024 del Sole-24Ore. Il primo cittadino: "Preferisco pensare ai risultati che ai sondaggi"

Chi sono i sindaci più amati? Ecco la classifica (e dove si piazza Torino)

Negli scenari della politica, è ancora il sindaco la figura se non più amata in senso stretto, certo più riconosciuta, avvertita più vicina. Lo dicono i numeri delle elezioni amministrative, confrontante con quelle politiche, quando le percentuali di astensione mettono i brividi. Ma un conto è il governo e un altro la guida di una città. I primi cittadini sono ancora la politica sul territorio. Anche quando, a premiarli, è l'essere presenti nelle grandi rappresentanze di categoria. Quali sono i sindaci più amati? Vediamolo insieme.

La classifica la fa la Governance Poll 2024, l’indagine annuale realizzata da Noto Sondaggi per il Sole-24Ore. Scrive il quotidiano economico che i numeri "indicano un ingrediente non marginale di questo successo: la capacità dimostrata dal panorama degli amministratori di operare periodicamente un rinnovamento profondo, favorito anche dal fatto di essere guidati da una legge elettorale che funziona molto meglio rispetto ai tanti tentativi nazionali anche se oggi viene rimessa almeno parzialmente in discussione".

In testa c’è Michele Guerra, 42 anni, sindaco di Parma, succeduto a Federico Pizzarotti, di cui era stato assessore alla cultura e alle politiche giovanili. Per lui un 63% di cittadini dicono lo voterebbero in caso di elezioni oggi. Secondo il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Manfredi è tra i favoriti nella corsa alla presidenza dell’Anci per la quale si deciderà tutto a Torino, a novembre, all'assemblea congressuale.

Per Guerra, dicono le analisi, l'ago della bilancia è stato "il ricco finanziamento statale del Patto per Napoli firmato con il Governo Draghi, 1,2 miliardi in 20 anni, ma passa anche per scelte non banali a partire dalla chiusura delle voragini nella riscossione delle tasse che hanno regalato alla città crisi finanziarie plurime".

Al terzo posto Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e presidente dell’Unione delle Province e ora candidato alla successione di Bonaccini per la guida dell’Emilia-Romagna. "Conferma che un passaggio ai vertici delle associazioni di rappresentanza degli enti locali può far bene". Al quarto posto Alessandro Canelli, sindaco di Novara e presidente dell’Ifel, il presidente di Anci Veneto Mario Conte (sindaco di Treviso), Mattia Palazzi (Mantova), Matilde Celentano (Latina), Claudio Scajola (Imperia), Giuseppe Cassì (Ragusa) e Luigi Brugnaro (Venezia).

Crolla Beppe Sala a Milano, che perde otto punti rispetto al 65% di consensi che lo aveva fatto capoclassifica l'anno scorso. Ora è al 19esimo posto. A Torino, Stefano Lo Russo sta in media classifica - con metafora calcistica, dal lato sinistro della classifica un poco come il Toro - anche se scivola al 57esimo posto. Ma anche lui, adesso, ha le armi necessarie tra Pnrr e fondi per Torino area di crisi complessa (anche se forse sconta i guai della città, troppo legati a quelli di Stellantis). A Roma Roberto Gualtieri perde cinque punti rispetto a 12 mesi fa finendo al penultimo posto in compagnia del primo cittadino di Palermo Roberto Lagalla, poco sopra il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida che chiude la classifica.

«Per mia abitudine guardo meno ai sondaggi e più ai risultati, ma questo non vuole dire che non si debbano trarre spunti di riflessione per migliorare l’azione amministrativa». Così il sindaco di Torino Stefano Lo Russo sul rapporto Governance Poll pubblicata dal Sole-24Ore sul gradimento dei sindaci. Dal sondaggio «arrivano luci e ombre: - prosegue Lo Russo - da un lato il gradimento nei miei confronti è superiore al 50%, dall’altro indica che si può ancora migliorare per andare incontro alle istanze dei cittadini». 

Dall’opposizione l’unica voce che si alza è quella di Stefano Russi, del Movimento 5Stelle. «Un dato che non sorprende - scrive in una nota - considerato che in quasi tre anni non ha fatto altro che aumentare le tasse, i biglietti GTT e le strisce blu ai torinesi, sempre più in difficoltà. Una crescente impopolarità anche dovuta alla percezione di un sindaco rinchiuso nel palazzo e poco presente in città se non al taglio dei nastri e in perenne compagnia di Cirio»

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